Il Gonfalone

GonfaloneSempre in era fascista, fu creato anche un gonfalone su cui era riprodotto uno scudo di foggia sannitica, poggiato su un festone con la scritta” Civitas Potentina”, circondato nel basso dall’ elemento decorativo di due rami di quercia e d’alloro; sulla testa del leone rampante coronato, oltre le tre stelle, il fascio littorio compreso a sua volta tra due rami come in basso. Essendo questo uno stemma di ente territoriale e non gentilizio, correttamente la corona era costituita dall’insieme fortificato di cinque torri merlate.
Intorno al 1945 fu realizzato (da chi?) un gonfalone con diverse varianti rispetto al precedente…….

 

 

Sempre in era fascista, fu creato anche un gonfalone su cui era riprodotto uno scudo di foggia sannitica, poggiato su un festone con la scritta” Civitas Potentina”, circondato nel basso dall’ elemento decorativo di due rami di quercia e d’alloro; sulla testa del leone rampante coronato, oltre le tre stelle, il fascio littorio compreso a sua volta tra due rami come in basso. Essendo questo uno stemma di ente territoriale e non gentilizio, correttamente la corona era costituita dall’insieme fortificato di cinque torri merlate.
Intorno al 1945 fu realizzato (da chi?) un gonfalone con diverse varianti rispetto al precedente: lo scudo di tipo sannitico che è pure circondato da due rami come sopra, leone rampante coronato, tre stelle al di sopra, banda rossa trasversale a tergo, e sopra lo scudo una corona di mura fortificate su due piani di costruzioni, con cinque torri merlate.
Qualche anno fa sono stati elaborati, a cura di due giovani professioniste potentine, due studi di grafica sulla simbologia ufficiale degli stemmi di tutti i comuni lucani: dapprima è stato pubblicato un volume corredato di vasta bibliografia, e poi, a distanza di pochi mesi, un grande manifesto. (9)
I due lavori illustrano i vari simboli comunali riprodotti in chiave moderna (quasi stilizzati) e pertanto non aggiungono alcuna notizia circa il significa­to originale degli antichi stemmi, né elementi utili alla comprensione dei tanti mutamenti che alcune amministrazioni hanno voluto apportare ai simboli dei loro paesi.
Non disponendo di ulteriori notizie, dalla lettura di questi documenti emerge perlomeno una traccia concreta sulla questione dello stemma potentino, che ai giorni nostri continua ad essere riprodotto, forse con eccessiva disinvoltura, in tanti modi diversi.

Note
(1) – Antonino Tripepi, originario di Reggio Calabria, già funzionario del!’ Archivio Provinciale di Bari, era stato assunto dal Consiglio Provinciale di Potenza con delibera del 15.8.1897, quale Direttore dell’ Archivio Provinciale di Potenza, ufficio che era stato istituito nell’ anno 1850. Negli anni trascorsi a Potenza, Tripepi scrisse innumerevoli saggi e articoli; tra l’altro, intorno agli anni ’20 fu Redattore capo del quotidiano locale “Giornale di Basilicata”.
(2) – G. Gattini, Delle armi de’ Comuni della Provincia di Basilicata, Matera 1910; G. Racioppi, Storia dei popoli della Lucania e della Basilicata, Roma 1902; S. Mazzella, Descrizione del Regno di Napoli, Napoli,1601; G.B. Di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle fami­glie notabili estinte e fiorenti, Pisa 1886-1899
(3) – M. La Cava, Gli Stemmi della Provincia e Comuni di Basilicata pel dott. Michele Lacava, Presidente del Comitato Provinciale per l’offerta di un Album a S. M. il Re, Potenza, 1884
(4) – Archivio Storico Comune di Potenza, B. 1416; minuta di lettera dattiloscritta senza data (gennaio 1928)
(5) – Tutte le notizie relative al carteggio del Sindaco Giambrocono e l’Intendente provincia­le (a. 1827/1828) si trovano in Archivio di Stato di Potenza, Intendenza, Amm.ivo, B.443; sullo stesso argomento, cfr. Archivio Storico Comune di Potenza, B. 409.
(6) – Archivio di Stato di Potenza, Intendenza, Amm.ivo, B. 443. La forma dello scudo è di forma ovale, detto anche ancile; la corona cimata da otto fioroni (di cui cinque visibili) indicano il rango di ducato; la banda diagonale è posta in posizione bassa, che non è usuale in araldica.
(7) – La fotografia di tale stemma è stata eseguita intorno al 1970 da Giorgio Rutigliano e riprodotta quindi nel volume Cento Cuntane, Potenza e la Basilicata tra il 1800 e il 1930 di Carlo Rutigliano, edito a Potenza nel 1977.
(8) – Arch. Privato Famiglia Viggiani in Napoli, schizzo acquerellato dello “Stemma del Comune e Gonfalone”.
(9) – Giovanna Motta, Stemmi della Basilicata -Armi parlanti…in discussione, Lavello 1996. Dello stesso anno è il manifesto curato da Susanna Spoto per la Regione Basilicata. In entrambi i lavori è evidente che i disegni degli emblemi sono “rivisitati” graficamente.

Fonte: Vincenzo Perretti, “Cronache potentine dell’800”

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