Consiglio comunale del 14 settembre 2020, resoconto giornalistico

14.09.2020 – ore 10,30: Il Consiglio comunale si apre alle 10,30 con il presidente del Consiglio comunale Francesco Cannizzaro che apre la seduta, ricordando la figura di Nicola Lovallo, ex amministratore del Comune di Potenza, in memoria del quale sul suo scranno è deposto un mazzo di fiori con il quale l’ex consigliera Lucia Sileo, sua compagna di banco. Anche il Sindaco di Potenza Mario Guarente, pronuncia un breve di discorso in onore di una “persona per bene, che aveva anche molti aspetti oltre a quelli di amministratore, tra gli altri quello di volontario a Lourdes per i meno fortunati. A nome della Città porgiamo le condoglianze alla famiglia”. Il presidente Cannizzaro fa osservare all’Assemblea un minuto di silenzio che si chiude con un applauso. Il presidente prosegue i lavori consiliari chiedendo alla consigliera del gruppo ‘Insieme per Bianca’, Bianca Andretta, di illustrare una interrogazione urgente inerente alla ripresa dell’anno scolastico, per quanto attiene ai provvedimenti Anticovid, “i consiglieri comunali di centrosinistra chiedono se la ditta Trotta che gestisce il trasporto pubblico a Potenza, quali e quante misure abbia adottato a tutela della salute di utenti e operatori”. Il Sindaco nella risposta spiega che in una riunione svota in Regione “alla presenza di tutti i soggetti coinvolti, avevo proposto una soluzione, che prevedeva, a cominciare dai 260 bus extraurbani, utilizzare parte delle loro corse per aumentare la capacità del trasporto pubblico, ipoptesi che non ha trovato accoglimento. Al momento si sta lavorando a una bozza che prevede che gli autobus arrivino e stazionino nel parcheggio di viale dell’Unicef, e da lì i ragazzi raggiungano le scuole attraverso il sistema di scale mobili. Riguardo alla dotazione di dispositivi e alla sanificazione l’azienda mi ha risposto, ad apposito quesito che si sta procedendo secondo quanto previsto dalla normativa anticovid. Si sta valutando la possibile presenza di controllori che verificano sui 42/43 bus urbani (ai quali si dovrebbero sommare altri mezzi più capienti – lunghezza 12 metri –) e su quelli extraurbani per verificare il rispetto delle normative vigenti. Un istituto scolastico è stato trasferito presso l’ex Seminario in via del Seminario, altro aspetto che comporterà modifiche al trasporto scolastico degli studenti. Sono possibili ulteriori modifiche a breve a livello nazionale e, dunque, nei prossimi giorni incontreremo i presidi della città per decidere gli orari di apertura e chiusura degli istituti”.

I controlli sui mezzi vengono effettuati, senza alcun preavviso, dall’ufficio Mobilità del Comune, per verificare il rispetto delle norme che contrastano la diffusione del contagio da Covid-19. Per l’incremento del trasporto, proprio per questa fase emergenziale, si parla di 200 milioni di euro per tutti gli ottomila Comuni italiani, solo il Comune di Potenza spende circa 8 milioni di euro l’anno”. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle Marco Falconeri presenta la seconda interrogazione urgente, argomento della quale è “la distribuzione degli alcolici fino a tarda notte nel centro storico cittadino. Con l’ordinanza 78 del 2020 il Sindaco prendeva atto delle criticità che si registravano nelle vie del centro nelle ore serali e notturne, disponendo la vendita di alcolici fino alle 2 di notte nei giorni feriali e fino alle 3 nella notte tra il sabato e la domenica. Tale provvedimento risulta a parer dello scrivente non corretta, rispetto alla situazione che si vive”. Il Sindaco nella risposta ricorda “le ordinanze in vigore, che prevedono tra l’altro il divieto di trasporto di alcolici, da altri luoghi verso il centro storico da parte di privati, l’attuale orario di somministrazione è quanto previsto da una legge nazionale. Appena saranno acquistate telecamere ad altissima risoluzione nelle contrade, quelle oggi presenti in quelle zone saranno utilizzate per monitorare tutti i vicoli del centro storico. Le criticità che si registrano nel centro storico sono quelle che affliggono anche le altre città e, con le altre Istituzioni si sta immaginando come affrontare in maniera più efficace il problema”.

Dopo una breve sospensione i lavori riprendono il presidente assegna la parola alla consigliera di Fratelli d’Italia, Mary William per la presentazione della mozione su: “Impegno contro la proposta di Legge Zan”.

La consigliera afferma: “Grazie sig presidente, Mozione che oggi il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia porta in discussione tratta di 5 ddl (disegno di legge) (Boldrini, Zan, Scalfarotto, Perantoni, Bartolozzi ) che puntano a modificare gli art 604 bis e 604 ter del codice penale in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identita’ di genere , obiettivo condivisibile considerato che papa francesco in amoris laetizia afferma, e ne siamo convinti, che nessuna persona deve essere discriminata sulla base del proprio orientamento sessuale. Il ddl più conosciuto come decreto Zan parte dall’assioma che nel nostro sistema giuridico ci sia un vuoto normativo per assicurare alle persone omosessuali la tutela contro maltrattamenti, violenze, aggressioni. il nostro codice penale dispone già degli strumenti necessari per garantire in ogni situazione il rispetto della persona. L’ordinamento giuridico italiana prevede sanzioni proporzionate alla gravità del reato per i delitti contro la vita (art. 575 e ss. cod. pen.), contro l’incolumità personale (art. 581 ss. cod. pen.), i delitti contro l’onore, come la diffamazione (art. 595 cod. pen.), i delitti contro la personalità individuale (art. 600 ss. cod. pen.), i delitti contro la libertà personale, come il sequestro di persona (art. 605 cod. pen.) o la violenza sessuale (art. 609 ss. cod. pen.), i delitti contro la libertà morale, come la violenza privata (art. 610 cod. pen.), la minaccia (art. 612 cod. pen.) e gli atti persecutori (art. 612-bis cod. pen.). fino al 2016 l’ordinamento ha ritenuto illecita anche la semplice ingiuria (art. 594 cod. pen.).

E ciò che affermano i vescovi della presidenza Cei …

“al riguardo, un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell’ordinamento giuridico del nostro paese, fa concludere che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio. questa consapevolezza ci porta a guardare con preoccupazione alle proposte di legge attualmente in corso di esame presso la commissione giustizia della camera dei deputati contro i reati di omotransfobia.: una eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione. Per esempio, sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga, per essere tale, un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. ciò limita di fatto la libertà”. “Sig. presidente , colleghi consiglieri”,”la differenza sessuale è biologica”, “sono contraria alla maternità surrogata e all’utero in affitto”, “il sesso non si cancella”. Sono sicura che nelle menti di qualcuno oggi seduta nei banchi consigliari si siano materializzate parole quali: omofoba, transomofoba “vomitevole e indegna fascista” Io vi rispondo che, se avete passato un po’ di tempo ad informarvi sul ddl Zan e sulle polemiche che lo hanno investito, saprete che l’unica parola che dovrebbe venirvi in mente è femminista. perché queste frasi sono state pronunciate, rispettivamente da: maya forstater, ricercatrice inglese licenziata dopo un tweet in cui esprimeva la propria opinione sul tema transgender; Sylviane Agacinski, filosofa e femminista francese a cui hanno impedito di tenere una conferenza presso l’Università di Bordeaux; Francesca Izzo, storica del pensiero moderno e contemporaneo, tra le fondatrici del movimento femminista “se non ora quando”. Ora, se fosse stato in vigore il ddl Zan, le signore che ho prima citato avrebbero potuto essere condannate alla reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro. probabilmente anch’io, che ho riportato le loro parole in un pubblico consesso. perché? Perché potrebbero essere intese come una propaganda contro l’orientamento sessuale o l’identità di genere di qualcuno. ma è così? O è solo una libera espressione di un’opinione? Vedete signori presidente il confine è sottile ed è così sottile che rende il ddl Zan un attentato alla libertà individuale di pensiero garantita dalla costituzione. Se poi prendiamo il bene giuridico che dovrebbe essere protetto, l’identità di genere, capiamo che il ddl Zan poco ha a che vedere con la lotta alle discriminazioni e molto con la lotta alle voci contro il pensiero unico. C’e’ il rischio concreto che queste proposte si traducano in confusione normativa e possibilità di nuove discriminazioni. Quindi, con l’obiettivo di porre rimedio a un’ingiustizia, si rischia di innescarne di nuove, altrettanto gravi e odiose. L’”identità di genere” viene qualificata come “percezione che una persona ha di sé come uomo o donna, anche se non corrispondente al proprio sesso biologico”: viene qualificata, cioè, in termini di stato soggettivo psicologico e interno, come tale non oggettivamente percepibile da parte dei terzi, oltre che suscettibile di mutamento a secondo delle varie declinazioni del gender”. è una categoria dal contenuto intellegibile che non può essere certo oggetto di tutela da una norma penale, che, per costituzione, deve essere “precisa e determinata”. il che “dato il carattere rigido della costituzione, (…) vincola non soltanto il giudice ma anche il legislatore”, e assume, fra le sue dimensioni, precisione e pregnanza del precetto e della sanzione (determinantezza), sotto il duplice profilo della precisa individuazione di tutti gli elementi costitutivi e della corrispondenza tra il fatto tipico e una esperienza di vita concretamente verificabile”. Anche queste non sono parole mie ma del consigliere alla corte suprema di cassazione, Alfredo Mantovano, audito alla commissione giustizia della camera proprio sul ddl Zan. se volete dare dell’omofobo e del fascista anche a lui, fate pure. La mia è ovviamente una provocazione, nella speranza che il dibattito che seguirà sia scevro delle solite inutili contrapposizioni destra-sinistra, buoni-cattivi ecc..La norma penale deve essere tassativa, cioè chiara e determinata. questa legge introduce termini non definiti ed elide questo principio introducendo, di fatto, un arbitrio. esistono già norme, già citate in premessa che sanzionano la violenza, la minaccia, le percosse a prescindere dal soggetto offeso. queste sono norme generali che difendono le persone, con la P maiuscola, e non creano le discriminazioni che falsamente questo ddl difende. Avere opinioni discriminatorie nei confronti dell’identità di genere è un concetto vago. se io dico che sono contraria all’utero in affitto è una discriminazione? E se lo è, io devo essere sanzionata? E come si fa a stabilire che questa mia posizione è basata sull’odio e che non sono invece spinta da un sentimento di amore verso i bambini? Le convinzioni non possono e non devono essere sanzionate. Concludo dicendo che questa mozione è una mozione trasversale che riassume posizioni di varia natura le quali, certamente, non possono considerarsi fasciste od omofobe. non è una mozione contro ma una mozione a favore: a favore della libertà di pensiero e della non discriminazione, questa sì, di tutte quelle persone che vogliono poter usare il termine ‘uomo e donna’ senza essere incriminate per propaganda omofoba e che si vedrebbero limitate in un loro diritto costituzionalmente garantito, quello alla libertà di opinione e di espressione, per garantire, ad esempio, uno stato psicologico e soggettivo di un’altra persona, quale è l’identità di genere, di cui potrebbero essere assolutamente inconsapevoli e che, essendo uno stato psicologico, potrebbe mutare nel tempo. Crediamo fermamente che, oltre ad applicare in maniera oculata le disposizioni già in vigore, si debba innanzitutto promuovere l’impegno educativo nella direzione di una seria prevenzione, che contribuisca a scongiurare e contrastare ogni offesa alla persona. su questo non servono polemiche o scomuniche reciproche, ma disponibilità a un confronto autentico e intellettualmente onesto. nella misura in cui tale dialogo avviene nella libertà, ne trarranno beneficio tanto il rispetto della persona quanto la democraticità del paese”.

Primo intervento del consigliere Falconeri asserisce che la mozione è sbagliata perché “la legge Zan non prevede una privazione della libertà di pensiero, ma un rafforzamento delle norme esistenti, prevedendo l’aggravante, rispetto ai reati commessi, dell’orientamento sessuale o di genere come causa scatenante la violenza subita. Tra l’altro prevede anche la possibilità di essere assegnati ai servizi sociali delle persone ritenute colpevoli, per procedere a una rieducazione degli stessi”. La capogruppo di ‘Insieme per Bianca’ Angela Blasi, citando l’episodio accaduto a Caivano (Na), “i reati di odio puniti dalla legge Mancino, con la legge Zan potrà essere punito anche chi commette discriminazione reati di orientamento sessuale e orientamento di genere. Bisogna finirla di opporsi, come accade da 24 anni, alla difesa dei diritti di tutti. L’identità di genere si riferisce alla percezione che ogni persona ha di sé, indipendentemente dal suo sesso biologico. L’introduzione della Legge Zan rende il ventaglio di tutela il più ampio possibile, molto prezioso in un momento nel quale i reati di odio paiono essere cresciuti considerevolmente. L’incitazione all’odio e non le opinioni sono presenti nella nostra società e quelle devono essere perseguite e punite”. La consigliera del gruppo misto Angela Fuggetta, riprende l’episodio a Caivano, ricorda che “la legge Zan non crea una privazione della libertà, ma crea una forma di protezione e tutela, nell’ambito dell’identità di genere. Certi aspetti non possono essere sottaciuti”. Il capogruppo della Basilicata Possibile Francesco Giuzio parla di una “mozione da affrontare con grande attenzione. Tra le migliaia di persone che ci hanno affidato il ruolo di amministratore ci sono persone che soffrono per discriminazioni e per alcune di loro ci sono tutele forti, per altre le stesse risultano molto blande. Il mio appello è quello di esprimersi lasciando da parte ogni condizionamento. Pensiamo all’incremento di una serie di episodi, frutto di una sottocultura che danno l’impressione che alcune scelte debbano essere sottoposte a un giudizio. L’importante non è come ci è nati, maschi o femmine, ma come ci si sente per essere felici. La discriminazione è un reato non è un’opinione. Da parte nostra ci dovrebbe essere attenzione all’Istituzione della Giornata contro l’omotransfobia e l’istituzione di un fondo dedicato”.

Comincia la fase delle dichiarazioni di voto con quella del consigliere Falconeri che si dice contrario. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Michele Napoli accorpa la dichiarazione con quella di voto, spiega: “Trovo surreale, e anche offensivo, in un momento così delicato per la vita degli italiani, che il Parlamento si occupi di varare una legge per punire il reato di omotransfobia. Una parola che già nel suono è assurda. Oltre che cacofonica. Provo tuttavia a ragionare su questa proposta di legge, che sintetizza ben 5 proposte in merito, tenendomi alla larga dagli scalmanati e dai fanatici. Cosa prevede? Innanzi tutto “la punibilità per atti discriminatori sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”. Punisce “l’odio omotrasnsfobico”, inclusa la misoginia. Non riprenderò la posizione espressa dalla CEI contro questa legge liberticida. La prima ragione e’ che quando si introduce un reato d’opinione, come è il caso di questa legge, si restringe la sfera della libertà, della democrazia e del diritto e si introduce un pericoloso germe ideologico nella giurisprudenza. Anche le opinioni peggiori vanno combattute con le opinioni.

Se si colpiscono penalmente i reati d’opinione, e poi solo alcuni, si entra in una brutta spirale che è l’anticamera del dispotismo. La seconda ragione è che quando si introduce per lo stesso reato una pena più grave per alcune categorie protette anziché per altre, si ferisce l’universalità delle norme e il principio della legge uguale per tutti. Perché ci deve essere una legge speciale a tutela degli omosessuali, degli islamici o dei neri e non degli anziani, dei malati, degli indigenti? Non è ripugnante prendersela con un vecchio, un malato, un poveraccio o lo è solo se si tratta di omosessuali, neri, rom, ebrei o islamici? Perché non è più reato un reato bestemmiare, irridere, essere blasfemi verso Dio, Gesù Cristo, la Madonna, i santi, i simboli e i principi della religione cristiana e invece lo diventa se si compiono le stesse profanazioni verso le altre religioni? La tendenza omosessuale non è un segno darwiniano dell’evoluzione della specie. Non si è più evoluti se si attenuano le differenze sessuali. Non è una evoluzione o una conquista la perdita delle differenze. Soprattutto se pensiamo al dono responsabilità di mettere al mondo figli, perpetuando una società. Vorrei tuttavia dire due cose. Innanzi tutto che la cultura, anche quella che a torto o a ragione viene intruppata nella categoria di destra, non è un blocco militare che marcia compatto in divisa e colpisce unito il Nemico, incluso quello Arcobaleno. L’omosessualità è contro natura perché contraddice la legge naturale della vita, la differenza tra sessi e la riproduzione della specie. La seconda. La destra non nega affatto dignità agli omosessuali. Non disconosce la qualità in nome dell’orientamento sessuale e non è percorsa dall’omofobia. Critica invece l’omofilia, se non l’omolatria. Rifiuta cioè l’elevazione della omosessualità a modello di vita, la sua esibizione orgogliosa, passando da tabù a totem. Lo dico senza temi di smentita. Non muterò mai, né in meglio e né in peggio, il mio giudizio personale sulle opere della Yourcenar o di Garcia Lorca, di Kavafis o di Pasolini sapendoli omosessuali. Giudico i loro scritti per quel che sono. Per quel che trasmettono, non per la loro vicenda biografica, intima e sessuale. A destra l’unica vera omofobia che ha senso e coerenza riguarda le fobia per l’omologazione, non per l’omosessualità. Solo per la cronaca, neanche il regime fascista o il codice Rocco prevedevano leggi omofobe o reati di omosessualità, se non all’interno della più generale tutela del pudore e del decoro dagli atti osceni in luogo pubblico (e riguardava anche gli etero). Questo uso grottesco della destra e della sinistra fuori dalla storia, dalla cultura civile e dalla politica, quest’uso intimo ed erotico delle idee è deprimente. Vorremmo solo che la vita intima restasse privata. Che i gusti omosessuali non diventassero modelli di riferimento pubblico. Voterò a favore della mozione”.

La consigliera Fuggetta illustra all’aula la sua volontà di votare contro la mozione. Contrarietà espressa anche dal consigliere Francesco Giuzio. Il capogruppo della Lega Gianmarco Blasi esprime il voto favorevole della Lega riflettendo su una “mozione divisiva su un tema delicato, mi dispice però sentir dire che siamo sempre noi quelli sbagliati. Si tratta di questioni che trascendono la politica. Saremo retrogradi ma restiamo convinti che una famiglia è quella formata da una mamma e un papà. I diritti sono garantiti già oggi a tutti dalle nostre Leggi. Questo Paese ha miliardi di problemi oggi più importanti di andare a fare una legge ideologica”. La consigliera Angela Blasi ripetendo le finalità della Ddl Zan afferma il voto contrario alla mozione. Il gruppo di Forza Italia, attraverso il capogruppo Fabio Dapoto, spiega che “la Legge Zan rappresenta un passo indietro nel percorso del Nostro Paese e su questi temi non abbiamo bisogno di alcuna legge”.

La Mozione viene approvata a maggioranza (28 presenti), con i voti contrari dei consiglieri Angela Blasi, Andretta, Smaldone, Giuzio, Biascaglia, Falconeri, Fuggetta, Flore.

La consigliera Andretta presenta una mozione urgente per chiedere che il personale degli uffici pubblici di mascherine dotate di dispositivi che consentano la lettura della comunicazione labiale. Il Sindaco conferma che ha “dato mandato agli uffici di reperire le mascherine in oggetto, al momento di difficile reperibilità”.

Sull’urgenza il Consiglio si pronuncia in maniera contraria.

La consigliera Angela Blasi presenta una mozione urgente sui parcheggi per le persone disabili.

Sull’urgenza il Consiglio si pronuncia a favore e la Mozione che sarà discussa al termine della seduta Consiliare.

L’assessore al Bilancio Giuseppe Giuzio illustra la delibera avente a oggetto la nomina del Collegio dei Revisori dei Conti del Comune di Potenza.

“I nomi estratti sono Giuseppe Colaiacovo e Rocco Palese. Ai due componenti estratti si aggiunge il presidente che viene votato dall’Assise, Il compenso per il presidente è di 19.500 euro e per i componenti è di 13.000 euro intendersi al netto dell’Iva e dei contributi previdenziali posti a carico dell’Ente e da specifiche disposizioni di legge”. I consiglieri procedono alla votazione che dà il seguente esito: Mario Domenico Antonio Gallicchio viene eletto all’unanimità dei votanti. Presidente e componenti restano in carico 3 anni.

La delibera viene approvata all’unanimità così come l’immediata eseguibilità.

Dopo una breve sospensione, alle 14,20, i consiglieri rientrati in aula si accordano per una pausa con la ripresa dei lavori prevista nel pomeriggio, per consentire la sanificazione dei locali.

Alle ore 16,50 riprendono i lavori. L’assessore alla Pubblica Istruzione Alessandra Sagarese illustrando la delibera successiva quella della modifica al Regolamento per la concessione di sovvenzioni contributi, sussidi e ausili finanziari, nonché per l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere ad associazioni ed enti privati e del patrocinio nel settore Culturale e Turistico: “La delibera che discutiamo ha a oggi modificato il Regolamento comunale per il funzionamento e la gestione partecipata del servizio di mensa scolastica. La finalità è quella di migliorare alcuni aspetti nella tipologia e nella modalità di controllo. Le modifiche riguardano precisazioni inerenti il controllo non più in sede di somministrazione dei pasti, ma tutta l’area della preparazione dei pasti e della conservazione delle derrate alimentari. Il tutto compatibilmente con le eventuali nuove osservazioni e con le relative indicazioni che dovessero giungere in tema di prevenzione della diffusione del Covid-19”

La delibera viene approvata all’unanimità dei presenti.

L’assessore allo Sport Patrizia Guma presenta la delibera di modifica dei Regolamenti per l’uso degli impianti sportivi. “Relativamente all’uso degli impianti riguardo alla ripartizione degli spezi e delle fasce orarie, per scuole, federazioni e società sportive riconosciute; per gruppi amatoriali e associazioni non riconosciute si seguono particolari indicazioni. La delibera è approvata a maggioranza. Trattandosi di argomenti simili, il primo riguardante la gestione dei campi da tennis, il secondo con medesime modifiche riguarda i campi di calcio, così come spiegato dall’assessore, il terzo sul regolamento delle palestre comunali. Anche gli altri due provvedimenti vengono approvati all’unanimità.

La seduta si conclude alle 17,10 così come proposto dal presidente Cannizzaro e votato dal Consiglio comunale all’unanimità, rinviando la discussione della mozione presentata come urgente in mattinata dalla consigliera Angela Blasi, a nome anche di altri consiglieri, alla prossima seduta consiliare, stante l’assenza dei proponenti.