Le Due Torri e la Cinta Muraria

Potenza fu probabilmente fortificata nell’ XI sec. durante il dominio longobardo. La cinta muraria in gran parte non è più visibile, ma le abitazioni, costruite successivamente a ridosso delle mura, percorrono e circondano il centro storico della città. Nel 1268 Potenza fu rasa al suolo da Carlo d’Angiò e le mura furono abbattute. Dopo il terremoto del 1273, che portò nuovamente distruzione e morte, Potenza venne nuovamente riedificata sulle sue stesse rovine. Dovrebbe risalire a questi anni, dunque, la ricostruzione delle mura, delle porte di accesso e lo sviluppo nel loro perimetro dell’abitato medievale; la città assunse così una disposizione urbanistica caratterizzata da vicoli chiusi e senza sbocco verso l’esterno-  le Quintane – che avrebbero fatto guadagnare a Potenza il nome di “città murata”. Sappiamo che nel XV sec. il conte de Guevara elargì ingenti somme di denaro per la ricostruzione delle mura, nonostante la città fosse tutta fortificata. Non è da escludere che il conte volesse adeguare la difesa della città alle nuove tecniche militari delle armi da fuoco. Nel XVI secolo a ridosso della cinta muraria vi era una miriade di fazzoletti di terra, vigne e, in misura minore, orti: “fuori Santa Lucia, a lo Mancoso, a l’Ancilla Vecchia, a San rocco, al Francioso, al Cocuzzo e a Verderuolo”. Ma le guerre, e soprattutto i terremoti che si sono susseguiti fanno si che le due torri difensive ancora oggi visibili, che si innalzano  nelle mura, siano tra i pochi resti, della cinta muraria, esistenti.  

Testo a cura di Annamaria Scalise
Presidente Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali – Sezione Regionale Basilicata