Il progetto

Nell’ambito della programmazione comunitaria 2014-2020 il PON Inclusione, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, propone misure e servizi innovativi contro la povertà e la marginalità sociale.
Autorità di Gestione del PON Inclusione è la Direzione Generale per la lotta alla povertà e la programmazione sociale del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali.
Con il Programma Operativo Nazionale (PON) Inclusione 2014-2020, per la prima volta i fondi strutturali intervengono a supporto delle politiche di inclusione sociale. La condizione di esclusione sociale e/o di marginalità sociale ha carattere multidimensionale, non ascrivibile soltanto ad una condizione lavorativa ma anche a fragilità familiare, relazionale e sociale, a carenze culturali e formative, allo stato di salute fisica e psichica, alla precarietà della condizione abitativa, alla difficoltà di accesso alle opportunità e ai servizi, alla marginalità sociale. Stante questa caratteristica la condizione di esclusione sociale implica lo sviluppo di interventi di rete in grado di corrispondere alle caratteristiche del fenomeno, in una logica di integrazione e di potenziamento complessivo del sistema territoriale.

Il Programma ha l’obiettivo di creare un modello di welfare basato sull’inclusione attiva, rafforzando i sistemi integrati di intervento sociale volti prevalentemente a favorire l’inclusione sociale di utenti REI e RdC.

Al fine di promuovere il ruolo attivo dei beneficiari, intesi come attori positivi della propria vita e della comunità, il progetto riguarda in particolare:

  • il consolidamento e valorizzazione delle esperienze realizzate nel territorio nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale,
  • la promozione di strumenti di aggregazione organizzativa e gestionale,
  • la sperimentazione di un intervento di rete mirato ad innalzare le potenzialità di inserimento sociale e lavorativo di soggetti in condizione di svantaggio,
  • la realizzazione di un sistema integrato di analisi permanente e monitoraggio dello svantaggio tra gli attori del territorio.
    Nel 2017 l’Ambito della Città di Potenzaha candidato il progetto PON INCLUSIONE – Ambito città di Potenza risultato meritevole di finanziamento giusto Decreto Direttoriale n.239 del 28/06/2017. Le azioni progettuali previste, in sintesi, sono state:
  1. rafforzamento del servizio sociale e istituzione del servizio di segretariato sociale professionale attraverso l’assunzione di n. 6 assistenti sociali. Tali figure sono state integrate dalla figura dell’educatore professionale (figura nuova nel servizio sociale comunale), dello psicologo e dell’amministrativo.
  2. Formazione del personale interno attraverso un percorso di supervisione professionale, che è stato condotto per un anno dal Cesdiss di Bologna. La complessità dei bisogni, che si rilevavano nei nuclei beneficiari delle misure SIA/Rei/RdC, per lo più sconosciuti al servizio sociale comunale, associati alla riorganizzazione del servizio stesso, hanno determinato la necessità di sostenere il gruppo professionale degli assistenti sociali.
  3. Percorso di coprogettazione con soggetti del Terzo settore per la realizzazione dei seguenti interventi:
    a) azioni di accompagnamento socio-educativo per adulti;
    b) servizi educativi extrascolastici;
    c) azioni sperimentali a supporto dell’inclusione sociale;
    d) creazioni di partnership tra soggetti, che si occupano del contrasto alla povertà
  4. Servizio di accompagnamento lavorativo per la realizzazione di tirocini di inclusione sociale

Ciascuna delle predette azioni progettuali si è caratterizzata per il suo carattere di innovazione. Tra tutte, particolarmente significativa è stata la scelta di sperimentare lo strumento collaborativo della coprogettazione con il Terzo Settore, accettandone le opportunità, ma anche i rischi e le difficoltà insite in processi non definiti.
La sperimentazione della coprogettazione è stata realizzata, infatti, oltre che all’interno di un contesto normativo non consolidato, anche all’interno di un contesto territoriale, non solo locale, ma anche regionale, in cui non si aveva una prassi avviata di coprogettazione in materia di servizi sociali. I bisogni emergenti, tuttavia, ponevano la necessità di ripensare le risposte, di individuare nuove risposte, di valorizzare le risorse presenti nel territorio cittadino, di operare in un’ottica di “cambiamento”, culturale ed amministrativo, sollecitando lo sviluppo di un sistema di collaborazione e di corresponsabilità tra i diversi soggetti.