Mostra Oversize social art nella Cappella dei Celestini

3.04.2022 – ore 15,10: Oversize Social Art è il titolo di una mostra d’arte contemporanea patrocinata dal Comune di Potenza e curata dall’associazione di promozione sociale presieduta da Emanuela Di Mare: Edm Artelier. È un altro appuntamento culturale lucano con un protagonista d’eccezione: Canio Franculli. Si propone ai visitatori la personale pittorica dell’artista eclettico e osservatore attento di tutto ciò che è Arte, sia in forma creativa e pittorica che letteraria, una sorta di artista ‘multitasking’. L’ iniziativa si svolgerà nel centro storico di Potenza, città capoluogo, in largo Duomo, nella Galleria Cappella dei Celestini. Con il vernissage del 10 Aprile si promuove la Mostra personale descritta in locandina e contemplerà la performance di Dino De Angelis con accompagnamento musicale di Antonio Rosa. La mostra sarà visitabile, in continuità pomeridiana, fino al 2 maggio 2022. Il 27 Aprile alle 17,30 nella stessa galleria si presenta l’ultimo libro dello scrittore artista: ‘Il re e la coccinella’ relazionato da una critica letteraria, la professoressa Yvette Marie Marchand e, nello stesso contesto ci sarà la possibilità di ascoltare Danilo Vignola, musicista lucano famoso nel mondo. Oltre che scrittore con un ricco bagaglio bibliografico, Canio Franculli arricchisce il curriculum con le sue capacità pittoriche di arte visiva contemporanea. Ai suoi lettori dice: “L’arte è tante cose, comprende tante narrazioni. Personalmente mi servo dei colori e di qualche forma tra il figurativo e l’astratto per raccontare a volte anche dell’abisso umano, del buio che è radicato in fondo alla natura umana e di cui diciamo sempre, in ogni occasione che si presenta, che va sconfitto, che è l’ultima volta che è successo, che non deve succedere mai più, che dobbiamo pregare, che dobbiamo conoscere le ragioni dalle quali è nato affinché possa non ripresentarsi mai più. E invece proprio non ce la facciamo. Proprio non ce la facciamo a trarre insegnamento dalle immani disgrazie che continuamente ci colpiscono. Non ho soluzioni in tasca da suggerire. Personalmente sono indotto solo a pensare, da uomo di scuola e da appassionato della narrazione anche scritta, che debba essere usato sempre di meno il pronome io io io (il mio tramonto, la mia città, il mio stile, la mia gente eccetera) e sostituito con noi noi noi”.