Oggetto: Il credito in Basilicata.
“La storia di Michele Satriani, l’imprenditore lucano messo in ginocchio dal sistema bancario è una storia simile ai tanti imprenditori lucani che si rivolgono al sistema bancario per accedere ad alcuni finanziamenti ricevendo un diniego, che purtroppo, in molti casi li costringe a rivolgersi agli usurai, tant’è che la nostra regione è quarta dopo Campania, Puglia e Calabria per numero di persone che cadono nella rete dell’usura. Purtroppo le persistenti difficoltà di accesso al credito e il problema del caro-denaro, che al Sud costa quasi il doppio rispetto ad alcune regioni del Nord e rende a tassi inferiori, sono tra le principali cause che penalizzano la crescita delle nostre imprese e dell’intera economia meridionale. Il sistema creditizio nel Sud – sostiene il consigliere comunale Filippo Gesualdi – non sempre si è dimostrato all’altezza, non sempre è stato un partner della crescita economica, non sempre ha promosso un matrimonio di interesse con le aziende, non sempre ha condiviso il rischio d’impresa. Viceversa ha sempre chiesto una serie infinite di garanzie e ha progressivamente revisionato in aumento tassi e costi delle commissioni. Per favorire lo sviluppo del Mezzogiorno è necessario, quindi, un sistema bancario che impieghi maggiormente la raccolta del risparmio nel Sud. Dallo scenario che emerge dal rapporto 2010 redatto da Artigiancassa e riferito all’anno 2009, sulla ricchezza finanziaria delle imprese artigiane, – aggiunge Gesualdi, già presidente di Artigiancassa della Basilicata – si evince in modo inequivocabile che anche nel campo creditizio esiste un rilevante divario tra Nord e Sud: se si considera che più dell’86% del credito erogato dalle Banche per la nascita o la ristrutturazione di imprese è destinato alle imprese artigiane del centro nord e solo il 14% a quelle del Sud. La nascita di nuove banche certamente non risolve il problema, perché non viene superata la fase della garanzia al credito, dal momento che a operare è pur sempre un istituto di credito che deve concedere risorse finanziarie a seguito delle garanzie offerte. Perché il vero problema, per gli imprenditori locali, è rappresentato dalle difficoltà di ottenimento del denaro a causa delle eccessive garanzie che vengono loro richieste dagli istituti di credito, istituti che non tengono conto della rilevanza dei progetti d’investimento. Ecco perché ritengo che non abbiamo bisogno di una ‘Banca del Sud’ così come prospettata, ma abbiamo bisogno di una ‘Banca nel Sud’, ossia uno strumento di garanzia a servizio dell’economia, a servizio degli imprenditori. Bisogna pensare a una vera e propria banca di garanzia regionale, che possa agevolare l’accesso al credito anche alle piccole imprese che non godono di sufficienti garanzie. Ed è questa – conclude il consigliere, già assessore alle Attività produttive – una delle ragioni che mi fa ritenere che la nascita di nuove banche, debba essere accompagnata dalla creazione di una vera e propria ‘Banca di Garanzia Regionale’, che potrebbe essere strumento di attuazione delle politiche di intervento regionale a sostegno delle piccole e medie imprese, e il cui punto di riferimento dovrebbero essere i consorzi Fidi e le cooperative di garanzia. Ritengo che bisogna attivarsi per realizzare un più costruttivo rapporto tra banche, imprese e istituzioni locali, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, in un’ottica di concertazione e partenariato, per far rinascere e sviluppare la fiducia, l’ottimismo, che sono poi le risorse vincenti dell’economia nelle società sane”.