Consiglio Comunale del 6 novembre 2007

La seduta ha inizio alle ore 17.20.

PRESIDENTE

         Si procede all’appello nominale. I presenti sono 34; la seduta è valida.

         Primo punto all’ordine del giorno: “Interrogazione urgente dei consiglieri Travaglini, Spadafora e Pace relativa a «Piano di Localizzazione degli impianti di teleradiocomunicazioni»”. La parola al collega Travaglini.

TRAVAGLINI

         Grazie, Presidente. L’interrogazione riguarda il piano di localizzazione degli impianti di Teleradiocomunicazioni, rinnova una interrogazione fatta il 22 settembre 2005 all’allora assessore all’ambiente, dottoressa Anna Fulgione, e pone, poi, come ultima domanda, il punto della situazione: quando il Comune di Potenza si vedrà dotato di un piano per le antenne.

         Per brevità preciso che le premesse del problema dell’esposizione ai campi elettromagnetici, del principio di precauzione da applicare in questo contesto, data la non certezza scientifica delle conseguenze, soprattutto sulla salute delle persone, dell’esposizione alle onde elettromagnetiche rimangono valide, quindi la problematica è tuttora in piedi.

         Dopo l’interrogazione il lavoro è stato fatto, e vengo alle problematiche che seguirono, in qualche modo, la data del settembre 2005.

         Con delibera di Giunta Comunale 197 del 28 novembre 2005 si approvava un atto di indirizzo sul piano di riordino delle antenne; nella premessa di questo atto si ribadiva che tra le questioni più avvertite da parte della pubblica opinione risalta quella dell’inquinamento elettromagnetico prodotto da emittenti artificiali, il quale va a sommarsi a quello già presente in natura, e poi prosegue.

         Nell’intento di predisporre il piano di riordino delle antenne, la Giunta dava mandato all’Ufficio Unità di direzione ambiente per la selezione di un soggetto professionale qualificato cui affidare tutte le attività di rilievo e monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche naturali e, quindi, la successiva individuazione delle aree predisposte ad ospitare i siti più idonei per il riordino delle fonti artificiali di emissioni elettromagnetiche. Allo scopo si deliberava di utilizzare risorse per un totale di 50 mila euro.

         Ancora, la Giunta, con delibera numero 53 del 12 aprile 2007, quindi siamo ai nostri giorni, nel riconfermare tutto quanto riportato dalla delibera 197 del 2005, aggiungeva che l’elaborazione del piano prevede una prestazione specialistica che richiede professionalità specifiche ed attrezzature tecnologicamente avanzate non reperibili all’interno dell’Ente, né l’Ente dispone delle ingenti somme necessarie per la redazione dello stesso.

         Si evince che è necessario individuare forme di affidamento tali da consentire all’Ente di ottenere il risultato prefissato della redazione del piano di riordino e della gestione relativa alla successiva rete di monitoraggio senza oneri aggiuntivi. Fin qui la Giunta del 2007. Allo scopo la Giunta Comunale dava mandato all’Unità ambiente di predisporre gli atti necessari per l’affidamento dell’incarico di stesura del piano di riordino e realizzazione della conseguente rete di monitoraggio dei campi elettromagnetici, stabilendo, altresì, che l’affidamento deve essere predisposto in maniera che l’Amministrazione non sostenga oneri, facendo ricorso, possibilmente, ai futuri possibili introiti derivanti dalla concessione di spazi pubblici per l’installazione degli impianti.

         Considerato ciò, si chiede all’Assessore all’ambiente e al Sindaco quali risultati ha prodotto l’applicazione della delibera 197 del novembre 2005 relativamente a: rilievi e monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche naturali e la successiva individuazione delle aree predisposte ad ospitare i siti più idonei per il riordino delle fonti artificiali di emissioni elettromagnetiche (in sostanza l’applicazione di quella delibera);

         quale è la valutazione del lavoro svolto dal soggetto individuato dalla determina conseguente la delibera del novembre 2005;

         per quale motivo l’Amministrazione non ritiene, diversamente da quanto stabilito con l’atto di indirizzo del novembre 2005, di poter procedere alla redazione del piano utilizzando tutte le risorse che l’Amministrazione ha a disposizione nelle diverse unità di direzione, quali Ambiente, Urbanistica, Ufficio di piano, Protezione Civile;

         se e quando è stato individuato il soggetto a cui affidare l’incarico di redigere il piano e di predisporre la rete di monitoraggio e quali eventuali accordi sono stati già raggiunti;

         a quanto ammontano le ingenti somme a cui si fa riferimento nella delibera 53 di aprile 2007 necessarie alla redazione del piano, e quali forme di affidamento intende realizzare allo scopo di evitare oneri aggiuntivi per l’Amministrazione;

         quali sono le ragioni che inducono l’Amministrazione a ricorrere a professionalità esterne per il monitoraggio dei campi elettromagnetici, piuttosto che utilizzare agenzie pubbliche – per esempio l’ARPAB – presenti sul territorio;

         quali sono i motivi del reiterato ritardo per la redazione del piano a fronte della più volte ribadita urgenza anche da parte della cittadinanza;

         in quali tempi, infine, l’Amministrazione prevede di arrivare alla definitiva stesura del piano. Grazie.

PRESIDENTE

         La parola all’assessore Molinari.

MOLINARI

         L’interrogazione dei tre consiglieri comunali Pace, Travaglini e Spadafora fa comprendere all’Assise comunale quanto il problema sia molto sentito, tanto che l’interrogazione ci viene rivolta da tre consiglieri.

         L’interrogazione, in effetti, viene “a proposito”, in un momento storico preciso per le attività dell’Assessorato all’ambiente, perché proprio riprendendo il lavoro svolto in passato – con delibera del novembre 2005 fu dato incarico ad un architetto di redigere un piano prodromico al piano per la localizzazione degli impianti di teleradiocomunicazione – stiamo andando avanti su quella che era una direzione già tracciata.

         Devo essere sincero fino in fondo e dire che una parte di quel piano sarà, appunto, il sostegno per l’ulteriore attività, ma ci siamo trovati a fronteggiare l’emergenza degli impianti di radiotelecomunicazioni, tanto è vero che abbiamo avuto con gli uffici, e con il raccordo di tutti gli uffici, una serie di interlocuzioni. Prima di tutto abbiamo avuto un incontro, una conferenza di servizio, con l’ARPAB, il Ministero delle Comunicazioni, il Comune di Pignola (per alcuni impianti “a cavallo” tra la città di Potenza ed il Comune di Pignola)… in questi incontri sono partiti una serie di monitoraggi sugli impianti di teleradiocomunicazione, questo soprattutto relativamente al problema di Poggio Cavallo ed anche di Contrada Botte.

         Il lavoro per il piano di localizzazione degli impianti di teleradiocomunicazione non può prescindere dallo studiare la situazione attuale, quindi non solo l’attività compiuta nel novembre 2005, ma anche verificare gli altri impianti a che punto sono, e soprattutto quale è il livello di inquinamento.

         Per quanto riguarda il raccordo, bene faceva il consigliere Travaglini a ricordare che è importante il raccordo tra le varie Unità di direzione, e quindi anche con l’Ufficio di piano. Abbiamo chiesto, e ci siamo accordati anche su questo, una norma specifica nel Regolamento Urbanistico che faccia rinvio anche al piano di localizzazione delle antenne, proprio perché è giusto che i vari uffici vadano a dialogare tra loro, e innegabilmente il piano di localizzazione delle antenne ha le sue ripercussioni anche nel Regolamento Urbanistico.

         Inoltre, a seguito di questa delibera dell’aprile 2007 si è ipotizzato un percorso che però, per quelle che sono le esigenze, le emergenze che pure vengono giustamente sollecitate, è stato in parte riconsiderato proprio perché, a fronte di quelli che sono i giusti accordi e raccordi con le Istituzioni e le realtà locali, e soprattutto in virtù di quanto per legge previsto (cioè che il controllo sul monitoraggio, per legge, per avere una sua valenza legale, non può che essere affidato all’ARPAB) non è certo il Comune che può affidare il controllo ad un organo terzo. Sarebbe inutile quel tipo di controllo, se occorre poi andare a comminare anche la sanzione dello spegnimento dell’antenna che in quel momento va a superare i limiti.

         Si sono avuti degli incontri, proprio nei mesi di settembre ed ottobre, con l’Università della Basilicata – Dipartimento di fisica ambientale -, con l’ENEA, per quel che riguarda l’ufficio di Potenza, e avevamo in animo, chiaramente, di coinvolgere, per quello che è suo compito specifico, anche l’ARPAB.

         Io conto, per la verità, di poter chiudere questa manovra del piano di localizzazione delle antenne entro la fine di questo anno, andando ad utilizzare non le ingenti somme cui ogni tanto si fa riferimento, ma le economie di bilancio che devono essere appostate anche su questo tipo di emergenza. Comprendo che la problematica è effettivamente in divenire, ma mi impegno con i Consiglieri a seguire ulteriormente – così come stiamo facendo – questo tipo di attività. Ho dato anche una data – più o meno nel mese di dicembre o al massimo nella prima quindicina di gennaio – per redigere o quanto meno predisporre il piano di localizzazione di tutte le antenne.

         Comprenderete, però, che non c’è solo la problematica afferente la telefonia; l’intero settore delle teleradiocomunicazioni deve essere riorganizzato, riordinato, anche attraverso l’emanazione di apposito strumento che possa disciplinare non solo dove andare a localizzare le antenne – quindi il piano di localizzazione -, ma sia un vero e proprio regolamento che possa privilegiare i siti meno sensibili rispetto ai siti più sensibili, siti possibilmente di proprietà pubblica rispetto a quelli di proprietà privata, questo non per fare concorrenza al privato, ma per poter interconnettere l’esigenza della tecnologia con la giusta e doverosa primaria salvaguardia del bene “salute pubblica”, che non può che essere salvaguardato attraverso il posizionare le antenne in un sito proprio, per poter intervenire con un’azione repressiva laddove si vadano a sforare i limiti previsti per legge.

         Per il resto, c’è l’impegno dell’Assessorato a continuare a seguire l’emergenza – se la vogliamo chiamare emergenza -, la problematica delle teleradiocomunicazioni, rassicurando tutti i Consiglieri e soprattutto la città che laddove ci siano, secondo il monitoraggio legalmente affidato all’ARPAB, degli sforamenti (e si parla di impianti di teleradiocomunicazioni, non parliamo di telefonia mobile) del limite massimo di emissione di volt/metro si è intervenuti con repressive, attraverso la segnalazione, e sono stati fatti dei monitoraggi anche in contraddittorio con le ditte che hanno sforato, proprio per evitare che si possa creare un allarme alcune volte semplicemente ingiustificato, altre volte serio, costante, e quindi all’attenzione degli organi non solo politici, ma anche tecnici dell’Assessorato.

PRESIDENTE

         Consigliere Spadafora, prego.

SPADAFORA

         Caro Assessore, mi dispiace, ma credo che fino ad oggi – anche in virtù della sua risposta – si stia perdendo ancora tempo, anche perché, per quanto a mia conoscenza, il piano era già pronto. Il piano esistente è quello presentato da uno studio di professionisti diretto da un architetto (non è un architetto che ha fatto il piano), che praticamente aveva effettuato già tutti i monitoraggi. Semplicemente bisognava attuare la collocazione reale delle antenne nelle sedi, nei siti dove non provocavano nessun inquinamento e quindi nessuna pericolosità per l’ambiente. Come Lei ben sa, il piano che è stato presentato prevedeva, alla fine, una cartografia a rete dove erano già stati stabiliti i singoli siti, quelli dove assolutamente non potevano essere poste le antenne, quelli dove era consigliabile mettere le antenne.

         Il monitoraggio è stato già fatto, quindi la collaborazione con l’ARPAB… avrebbero fatto semplicemente una ripetizione di quello che è stato tutto lo studio effettuato, sia dal punto di vista dell’inquinamento geologico, sia da quello ambientale delle zone circoscritte. Ritengo che, indipendentemente da tutto, rispetto a quella che è stata l’ultima delibera, sarebbe bastato l’intervento degli uffici a poter predisporre effettivamente la collocazione delle singole antenne.

         In più, facendo riferimento a quello che lei ha detto, cioè che bisogna presentare un regolamento, so che il regolamento è già pronto ed è fermo da qualche parte, perché gli uffici hanno fatto questa proposta di regolamento che è pronta e l’Assessorato non l’ha portata in discussione in Commissione.

         Io credo, poi, tra l’altro, che in virtù di tutto quello che è stato fatto l’allarme continua, perché ogni giorno c’è un’antenna che “emerge” nella città. Credo che si possano tagliare tranquillamente i tempi e prendere in considerazione il piano già esistente perché è completo. Bisogna semplicemente metterlo in attuazione. Grazie.

PRESIDENTE

         Punto due all’ordine del giorno: “Interrogazione urgente del consigliere Travaglini relativa a «Salvaguardia dell’immagine di alcune piazze della città e relativa regolamentazione»”. Prego.

TRAVAGLINI

         Questa interrogazione riguarda la regolamentazione e la gestione di due piazze della città, e precisamente Piazza Bologna – da poco ristrutturata – e Piazza Duomo, il cuore della città, la piazza antistante la Chiesa Madre.

         Considerato che l’Amministrazione comunale ha fatto della riqualificazione delle vie e delle piazze, sia del Centro Storico che della periferia della città, una priorità;

         che sono state già realizzate alcune riqualificazioni e si stanno per avviare i lavori per ristrutturare altre piazze e vie;

         che l’Amministrazione non sottovaluta l’importanza della vivibilità degli ambiti urbani;

         che la promozione dei luoghi più belli della città è essenziale per attrarre e ben accogliere sia i turisti che i residenti;

         si chiede all’Assessore alla Viabilità e al Sindaco che cosa si intende fare per porre fine alla trasformazione di fatto – è praticamente quotidiana – di Piazza Duomo in “parcheggio abusivo”, cosa che priva il visitatore di poter fruire della piazza ed apprezzarne la bellezza – siamo vicini a “casa nostra”, alla sede della Commissione, del Palazzo Comunale, del Palazzo di Città, quindi è sotto gli occhi nostri e della cittadinanza, questo fatto -;

         se per evitare che le auto parcheggino si è presa in considerazione anche la possibilità di utilizzare i pistoni a scomparsa telecomandati per permettere il passaggio degli aventi diritto senza dover impegnare in altro modo i Vigili Urbani o il carro-attrezzi, che diventa una sanzione;

         passando ad altra piazza, Piazza Bologna, si chiede se la riqualificazione di Piazza Bologna – che tutti noi conosciamo e abbiamo anche apprezzato – è conclusa;

         in tal caso se è consentita la sosta dei veicoli – ovviamente “se è conclusa” è una domanda retorica, ma si intende se è conclusa in tutta la sua funzionalità –;

         se la risposta a questa ultima domanda è affermativa – cioè se è possibile che sostino i veicoli – si chiede perché nel centro della piazza sono state allocate panchine attorno alle quali circolerebbero automobili, e perché per la pavimentazione sono stati utilizzati materiali di un certo pregio, non adatti certo per un parcheggio;

         se la risposta è negativa, invece, si chiede quando verrà predisposta la segnaletica adeguata e come si intende procedere per evitare l’invasione degli autoveicoli nella piazza, e come saranno regolamentate le operazioni di carico e scarico delle merci per gli esercizi commerciali che affacciano sulla piazza. Grazie.

PRESIDENTE

         La parola all’assessore Coviello.

COVIELLO

         Grazie, Presidente. Ringrazio il consigliere Travaglini che ha voluto evidenziare nelle sue considerazioni l’impegno profuso da questa Amministrazione per la riqualificazione delle vie e delle piazze, e in particolare per le vie, perché è il settore che più mi riguarda, sia per la grossa viabilità, che è un atto dovuto, sia per la piccola viabilità, soprattutto quella legata alla mobilità “lenta”, al pedone, al marciapiede, che è un atto obbligato.

         Per partire da quello che è successo fino ad ora vorrei dire che fin dal momento in cui ci siamo attivati come Ufficio mobilità abbiamo voluto sancire che nelle aree di particolare pregio, soprattutto nel Centro Storico, andava limitata o impedita la circolazione. Questo è avvenuto da subito nella Piazza Mario Pagano, dove era possibile parcheggiare in occasione di manifestazioni che avvenivano nel Teatro Stabile e in questa sala; dove era possibile parcheggiare, per gli amministratori, in occasione dei consigli comunali; dove i mezzi che arrivavano nel Centro Storico per lo scarico delle attrezzature e delle scenografie per il Teatro si fermavano nella piazza e poi vi rimanevano per giornate e per settimane.

         Da subito, ribadisco, abbiamo inteso impedire il transito di qualsiasi veicolo a motore nella Piazza Mario Pagano.

         Per quanto riguarda, invece, Piazza Duomo, con ordinanza del febbraio 2004 venivano eliminati cinque posti di sosta e veniva installata la cartellonistica che vietava il parcheggio, la sosta, e veniva anche prevista la rimozione forzata. In seguito, con l’istituzione della prima ZTL della città di Potenza, abbiamo allargato la fascia di limitazione anche a Largo Pignatari; successivamente abbiamo continuato con la limitazione nella parte alta di Piazza Sedile e successivamente anche nella parte bassa, a seguito dell’ultimazione dei lavori nei pressi della stata di San Gerardo.

         Per quanto riguarda altre aree della città che comunque sono state oggetto di lavori pubblici, abbiamo voluto regolamentare la circolazione cercando di fare sintesi di tutte le richieste dei cittadini, dei comitati di quartiere, dei consiglieri, degli automobilisti, dei pedoni, degli artigiani, dei commercianti ecc., per cui a Macchia Giocoli abbiamo impedito assolutamente l’accesso alle auto, a Malvaccaro abbiamo impedito il parcheggio nella parte più di pregio della piazza, invece per Piazza Bologna abbiamo emesso un’ordinanza, la settimana scorsa, con la quale impediamo l’accesso ai veicoli a motore per il traffico privato e consentiamo l’ingresso soltanto a coloro che dovranno fare operazioni di carico e scarico, e soltanto nel momento in cui fanno operazioni di carico e scarico, e quindi sarà impedita la sosta anche a loro.

         Assolutamente non abbiamo voluto installare segnaletica che andasse a evidenziare il posto dove è possibile effettuare questo scarico, proprio per non deturpare la pavimentazione o, comunque, mettere inutile segnaletica verticale. Per quanto riguarda il “pistoncino” – abbiamo già avuto modo di parlarne con il consigliere Travaglini -, lo abbiamo sperimentato in Largo Pignatari, ma abbiamo avuto dei risultati per me assolutamente negativi, perché lo stesso viene scarsamente utilizzato, perché viene solitamente urtato dalle auto, perché è difficile la gestione dei telecomandi (perché gli stessi sono facilmente clonabili) ed abbiamo delle difficoltà per l’utilizzo da parte di mezzi di soccorso ecc.; la stessa cosa potrebbe avvenire per Piazza Duomo.

         Più in generale, ritengo poco corretto “recintare” le piazze o gli spiazzi. Il loro stesso nome dice che quello è un luogo che si presta alla discussione, all’incontro. Noi, invece, andiamo a recintare con paletti, catene ed altro, quasi a differenziare gli automobilisti dai pedoni, e gli stessi vengono ridotti a persone in quarantena nelle case circondariali…

         Al di là di questi aspetti, è comunque difficile gestire il pistoncino, perché lo stesso, come succede in altre realtà italiane, viene attivato a vista, quindi dare materialmente il telecomando ad almeno sessanta – ho fatto un piccolo calcolo – enti o privati, quindi a tutti coloro che possono transitare nella ZTL, ai mezzi di soccorso, ai commercianti, alla Curia ecc. sarebbe difficoltoso. Questo è quanto.

PRESIDENTE

         Collega Travaglini, prego.

TRAVAGLINI

         Abbastanza rapidamente, dico che sui temi dell’interrogazione è la panoramica generale che rende la cornice più larga e contestualizza le cose. Su Piazza Bologna la risposta è soddisfacente, dal momento che la scelta si sapeva già essere quella, per come era stata fatta la piazza e per come era stata concepita e diventa attuale con la disposizione della segnaletica e con la possibilità, quindi, per i Vigili Urbani, di sanzionare il normale divieto di sosta. Non so se c’è la rimozione, per Piazza Bologna, o soltanto il divieto di sosta. Comunque la scelta è ora ratificata anche da una determina, da un’ordinanza della settimana scorsa.

         Un po’ più complesso è il discorso per Piazza Duomo, dove la segnaletica di zona rimozione già c’era, quindi non era questo il problema. Il problema, secondo me, rimane. Se sul pistone l’osservazione dell’Assessore è corretta ed ha misurato, in qualche modo, anche le difficoltà, rimane il fatto che su quella piazza dobbiamo spenderci come ci siamo spesi su Piazza Mario Pagano, senza pistoni, perché se voglio parcheggiare in divieto di sosta a Piazza Mario Pagano, ci arrivo, prendo la multa o la macchina viene ritirata.

         Credo che ci voglia una volontà forte, perché ci sono sempre quindici/diciotto macchine in quella piazza, dove tra l’altro ci sono Palazzo Loffredo, la Cattedrale e quanto altro, fermo restando l’uso del piazzale quando ci sono matrimoni o celebrazioni particolari nella chiesa di San Gerardo. Credo che il compito non tanto dell’Assessore, perché è un compito che spetta alla Polizia Municipale, sia quello di un forte richiamo alla cittadinanza rispetto alla salvaguardia di un bene prezioso quale è una piazza del Centro Storico.

         Il richiamo ci vuole e forse qualche segnale va dato indicando ai Vigili Urbani di tutelare meglio quella zona, presidiandola, per esempio, per qualche tempo, per far sì che succeda come per Piazza Mario Pagano, dove si è perso il “vizio” di parcheggiare, come giustamente diceva l’Assessore. In questo vedo l’unico modo. Evitiamo, quindi, che solo in maniera sporadica o ad hoc giunga il carro-attrezzi (che non giunge mai, se non in giornate particolari, quando ci sono rappresentazioni pubbliche, per cui quelli che si sono abituati – in malo modo – a parcheggiare dove non si può parcheggiare, si sono visti una tantum la macchina ritirata, giustamente, perché lì c’è divieto di sosta e non si può dire niente).

         Vorrei che ci fosse un presidio almeno mensile, per il mese di dicembre, che faccia perdere il vizio di parcheggiare in quella piazza. Perché quella piazza e non altre? Perché quella è la piazza più preziosa della città, essendo la continuazione del sagrato della Cattedrale.

         Per l’immagine del Centro Storico, così come per Piazza Mario Pagano, credo che gli intenti siano questi; ci vuole un atto di coraggio, perché so che togliere una macchina ad un cittadino che è abituato a mettere la macchina in divieto di sosta è una delle guerre più forti che si possano combattere a livello generale, ma spero che questa scelta vi sia e che da oggi si cominci a tutelare questo territorio, semplicemente perché la presenza di una vettura priva del paesaggio tutti i cittadini, e questo è un fatto grave.

         Quindi non ci vuole molto; ci vuole soltanto un po’ di pazienza e qualche Vigile Urbano dedicato a questo, se posso dare questo input, che credo sia l’unico possibile. Giacché non si può fare meccanicamente, perché è una scelta che l’Assessore ha misurato, lo si faccia di prassi utilizzando il corpo della Polizia Municipale non per fare multe, ma per abituare la gente all’idea che quella piazza è di tutti e da tutti deve essere utilizzata per quella che è la sua funzione. Grazie.

PRESIDENTE

         Punto 3 all’ordine del giorno: “Interrogazione urgente del consigliere Petrullo su «Criteri nomina arbitro STI»”.

PETRULLO

         Con la speranza che la risposta a questa mia interrogazione non sia del tipo di quella data dall’assessore Molinari alla “triade”, perché ha fatto tutto tranne che rispondere alle specifiche e secche domande… è una abilità che gli riconosco; questo era un complimento, ovviamente.

         La Giunta comunale, a seguito di proposizione di lodo arbitrale da parte della STI, ha provveduto ad indicare l’arbitro nella persona dell’avvocato Antonio Molinari;

         chiedo di conoscere quali criteri di scelta siano stati adottati nell’occasione. Grazie.

PRESIDENTE

         Risponde il Sindaco.

SINDACO

         Colgo l’occasione per ritornare sull’arbitrato STI, considerato che è stato oggetto di discussione in Consiglio Comunale. Ricordiamo la vicenda: ci sono stati un contenzioso ed un lodo arbitrale; la STI aveva chiesto oltre 5 milioni di euro di danni; l’Amministrazione comunale, che, nella fase nella quale si è cercata un’intesa aveva proposto 500 mila euro a fronte delle rimostranze e delle richieste da parte della STI, aveva visto, in sede di lodo arbitrale, una somma da pagarsi (perché veniva riconosciuto in quella sede un pagamento da parte del Comune di Potenza alla STI) nell’ordine esattamente dei 500 mila euro – somma che noi stessi ritenevamo potersi riconoscere alla STI -.

         Al lodo arbitrale c’è stata impugnazione, sia da parte nostra che da parte della STI; la Corte d’Appello, in sede cautelare, ha accolto la nostra richiesta, per cui quella somma si è ulteriormente ridotta dell’80%. In questo momento noi siamo, sostanzialmente, tenuti a pagare alla STI una cifra inferiore ai 150 mila euro.

         Detto questo, in ordine al lodo arbitrale che ancora resta in piedi per altre vicende, sempre legate al nostro rapporto con la STI, premesso che la scelta dell’Avvocato è una scelta che riveste carattere assolutamente fiduciario, l’Amministrazione ha ritenuto affidarsi all’avvocato Antonio Molinari – che non è parente del nostro vicesindaco, lo puntualizziamo in modo formale ed ufficiale, visto che la cosa è stata anche oggetto di qualche considerazione in ordine alla omonimia -.

         La scelta è stata fatta perché ci troviamo di fronte a un professionista che noi riteniamo abbia tutte le caratteristiche per poter difendere e rappresentare al meglio l’Amministrazione in seno al lodo arbitrale, in seno alla triade… non so come tecnicamente si chiami.

         Abbiamo voluto scegliere un giovane, perché riteniamo che sia anche questo un segnale importante da darsi per aprire il mondo del lavoro alle giovani generazioni. Abbiamo scelto un giovane con un curriculum che ha alcune specificità che sicuramente ci fanno ritenere di affidarci ad un professionista con tutte le caratteristiche per poterci difendere e rappresentare al meglio, sia per l’attività professionale sviluppata in maniera diretta in relazione ad arbitrati negli appalti pubblici presso uno studio legale di assoluto valore, con sede a Roma (lo studio legale Visconti), sia per una capacità personale e professionale che fa riferimento a momenti di specializzazione molto alta (come il corso di specializzazione per le professioni legali presso la LUISS), sia per riconoscimenti maturati presso la nostra stessa Università, dove ha potuto sviluppare dei contratti di collaborazione.

         Mettendo insieme tutte queste caratteristiche professionali e personali e la sua giovane età abbiamo ritenuto che l’Amministrazione comunale potesse tranquillamente affidarsi, in questa vicenda, all’avvocato Antonio Molinari.

PRESIDENTE

         Collega Petrullo, prego.

PETRULLO

         Immagino che il curriculum sia stato acquisito prima della scelta, evidentemente.

SINDACO

         Qualcosa Le fa pensare il contrario, collega Petrullo?

PETRULLO

         No.

SINDACO

         Ed allora perché lo evidenzia?

PETRULLO

         Perché lo immagino.

SINDACO

         Se Lei ha detto che non lo immagina, allora non lo immaginava…

PETRULLO

         No, lo immagino.

SINDACO

         Lei ha immaginato che sia stato fatto senza acquisirlo prima?

PETRULLO

         Non mi sono spiegato bene. Ho detto: immagino che sia stato acquisito prima; era una constatazione…

SINDACO

         Ma lo immagina o… L’immagine non è una cosa reale.

PETRULLO

         Devo immaginarlo perché non ho le carte e non facevo parte della…

SINDACO

         Lei mi faccia la domanda. Forse è più corretto fare la domanda: è stato acquisito prima?

PETRULLO

         Vado oltre, ho fiducia, e dico: immagino che lo avete fatto prima.

SINDACO

         Ma non lo immagina. Se lo immagina non è vero. La cosa immaginaria non è reale.

PETRULLO

         Oggi lo so, perché mi è stato detto, ma fino ad un minuto fa potevo soltanto immaginarlo, non potendo vedere nella palla di vetro. Dovevo immaginarlo, ma ovviamente il mio era un pensiero positivo.

SINDACO

         Il realismo del Consiglio Comunale.

PETRULLO

         Prendo atto, quindi, che… immagino si sia cominciato da oggi a preferire i giovani, perché fino a ieri li sceglievamo anziani, però dico: va benissimo il criterio; è un criterio; io, infatti, chiedevo di conoscere i criteri; me ne è stato dato uno, quello della gioventù; immagino che non sarà un fatto isolato e che, quindi, anche per il futuro noi faremo affidamento su professionisti giovani.

         Quindi diciamo che questo Consiglio ha segnato un momento determinante nella politica della scelta dei professionisti, perché da oggi in poi saranno giovani.

SINDACO

         Già lo sono; il nostro Ufficio legale, fatto di giovani professionisti, opera per quasi il 100% delle pratiche. Noi, in tre anni e mezzo, abbiamo dato solo due incarichi esterni. Io ero Presidente della Provincia e ne davamo uno a settimana. Quindi i giovani sono già protagonisti nelle vicende legali del Comune di Potenza.

PETRULLO

         Come arbitri, in genere, andavamo sulla settantina, prima di questo arbitrato. Questo mi fa piacere perché è un criterio, e vuol dire che useremo questo; ovviamente anche come curriculum è perfetto, anche se io sarei in grado di portare altri cinquanta giovani che hanno più o meno le stesse caratteristiche; ma questo lascia il tempo che trova, perché sappiamo tutti che l’incarico è fiduciario. Però non mi è stata detta un’ultima caratteristica dei curricula previsti, cioè quella di ricoprire anche le cariche di dirigente di partito. Questo è sfuggito, forse, però..

SINDACO

         C’è una qualche norma che lo vieta? Possiamo dire a dei giovani professionisti: se volete lavorare non dovete partecipare alla politica nel nostro Paese?

PETRULLO

         Sarebbe il caso quando ci sono mille avvocati, è evidente. Approfitto di questa occasione per invitare l’Amministrazione, quando si deve scegliere un professionista con rapporto fiduciario e, quindi, quando bisogna affidare le sorti dell’Amministrazione, per questioni tecniche, per questioni giudiziarie, ad un professionista, a non fare riferimento agli organi di partito. E’ qualche cosa di assolutamente poco elegante, almeno per come la vedo io.

         Se, poi, la Giunta la pensa diversamente, lo potrà dire e io rispetterò questa opinione, ed è proprio per questo che io mi sono reso promotore di un regolamento per l’affidamento degli incarichi che escluda possibilità di questo tipo, perché è evidente che il panorama dei giovani professionisti è ampio ed è un panorama anche piuttosto triste, perché sono tanti i professionisti bravi e pochissimo il lavoro. Se nell’andare a scegliere il professionista, oltre che cercarcelo bravo, giovane e con un bel curriculum, cominciassimo a vederli anche al di fuori del reticolo della politica, finalmente ponendoci nei confronti della Pubblica Amministrazione in maniera assolutamente trasparente, forse tutta la politica farebbe un passo in avanti e in meglio. Grazie.

PRESIDENTE

         Punto 4 all’ordine del giorno: “Interrogazione del consigliere Pace su «Iniziativa per valorizzare l’arte lucana»”. Prego, consigliere Pace.

PACE

         La mia interrogazione è finalizzata alla valorizzazione dell’arte lucana.

         Premesso che il noto pittore e scultore Franco Zaccagnino, come si evince dalla sua biografia e dal suo curriculum, ha avuto fino ad ora una carriera molto brillante, corredata da numerosissimi successi e riconoscimenti in Italia e in Europa, tra cui anche una lettera di encomio ricevuta da Sua Santità Giovanni Paolo II per un’opera regalatagli durante un’udienza privata in una comunità religiosa;

         considerato che l’artista, fin dal ’92, ai tanti concorsi cui ha partecipato, nazionali ed internazionali, ha ricevuto sempre il primo premio ed il premio della critica, dando lustro alla nostra regione;

         preso atto che queste sue opere, ancora una volta, si evidenziano per la straordinaria originalità della composizione, per la quale l’artista si serve, ancora una volta, della sua arte arundiana, ovvero dell’utilizzo della canna mediterranea, le cui parti – la radice, il ceppo, la foglia, il nodino e la sezione -, diversamente disegnate, rappresentano con stile ed eleganza tutti e quattro i segni (denari, bastoni, coppe e spade) nelle rispettive 24 carte numerate dagli “assi” ai “sette” e nei rispettivi 16 personaggi, dai re, alle regine, ai fanti;

         tenuto, ancora, conto che a questi personaggi è stato dato anche un nome, attingendo dalla nostra storia medievale e di fine Ottocento, e che ancora con queste carte è stato inventato un gioco che rievoca avvenimenti storici realmente accaduti, denominato “Il riscatto delle regine”, già sperimentato con molto successo in tante scuole;

         viste le tante esortazioni;

         interroga il Sindaco, nonché l’Assessore alla Cultura, sul perché non si tenti di valorizzare anche l’arte lucana e presentarla alla città di Potenza così come concepita dal nostro artista lucano, che sintetizzi in un’unica splendida opera il gioco, l’arte e la Storia con una mostra di sculture in canna in cui siano comprese anche le quaranta grafiche originali rappresentanti le arunde lucane, invitando tutte le scuole della città per divulgare soprattutto alle nuove generazioni la conoscenza del patrimonio artistico del nostro artista, maestro Franco Zaccagnino.

         Vede, signor Sindaco, io con questa interrogazione ho fatto riferimento all’artista Franco Zaccagnino, perché lo conosco personalmente, conosco tutte le sue opere, le sue sculture e i suoi quadri, però valorizzare l’arte lucana significa valorizzare l’arte di altrettanti artisti lucani, naturalmente che abbiano messo in evidenza la loro genialità artistica in stretto rapporto con la nostra terra, la Lucania.

         Mi riferisco soprattutto ad artisti come Mimmo Rago, Michele Pisani, Giovanni Cioffredi, Antonio Albini… sono tutti artisti lucani che si spendono tanto per la nostra regione. Io, naturalmente, chiedo di fare una mostra nel Museo Dinu Adamesteanu, il nostro museo archeologico, in un periodo in cui non ospiti grandi mostre, come adesso che ospita la mostra russa. In un periodo che rimanga “vacante” possiamo anche valorizzare la nostra arte, visto che, naturalmente, in Lucania andiamo a valorizzare dal fagiolo di Sarconi, all’Aglianico del Vulture, al pecorino di Filiano, a quello di Moliterno… Valorizziamo tutti i prodotti, perché non valorizzare anche l’arte lucana? Grazie.

PRESIDENTE

         Risponde il Sindaco.

SINDACO

         Personalmente conosco l’artista ed ero Presidente della Provincia allorquando, presso i saloni del Museo Provinciale, fu organizzata una mostra di sue opere e nella stessa veste favorimmo anche una mostra di grande successo dedicata ai pittori contemporanei, agli artisti contemporanei della nostra provincia.

         Questo per dire che comprendo e condivido la sollecitazione a favorire l’arte del nostro territorio all’interno di un progetto culturale al quale stiamo lavorando. Per la verità, noi già abbiamo ospitato in più occasioni, nell’ambito di iniziative e manifestazioni come quella del Maggio potentino o anche altre (ci sono state delle collettive presso la nostra Galleria Civica), nostri artisti. In particolare ricordo una collettiva dedicata all’arte sacra, organizzata, peraltro, da un nostro concittadino e corregionale, don Vito Telesca.

         La sollecitazione trova una disponibilità molto forte a valutare come favorire una mostra dedicata a questo artista che, peraltro, con la canna mediterranea e la sua genialità, ha di fatto aperto quasi un settore specifico nel settore delle arti figurative con l’arte arundiana. Ci faremo carico di inserire questo artista e di continuare a favorire i nostri artisti nelle molteplici iniziative culturali che la nostra città sta favorendo e sponsorizzando.

PRESIDENTE

         Collega Pace?

PACE

         Sono soddisfatto.

PRESIDENTE

         Punto 5 all’ordine del giorno: “Interrogazione urgente del Consigliere Petrullo su «Piazza Vittorio Emanuele – Degrado»”.

PETRULLO

         A Piazza Vittorio Emanuele, nonostante l’importanza del luogo per il traffico e altro, i muretti risultano con il marmo divelto, le aiuole non sono curate, secche e zeppe di escrementi canini.

         Aleggia un olezzo nauseabondo, soprattutto dopo e durante i momenti di pioggia; il marciapiedi che costeggia l’inizio di Via Vaccaro presenta buche pericolosissime e variamente protette, a seconda della settimana, inoltre l’accesso alla scala mobile e al bagno pubblico ivi esistente è impedito ai disabili e agli anziani poco atletici per l’esistenza di barriere architettoniche; tale ostacolo impedisce anche di poter attraversare la piazza per via sotterranea.

         Tanto premesso, rivolgo interrogazione per sapere:

         a) perché la piazza non viene manutenuta in maniera quanto meno dignitosa;

         b) perché non vengono fatte le necessarie riparazioni;

         c) perché non viene manutenuto il verde, pulite e curate le aiuole ed impedito l’accesso alle stesse ai cani;

         d) se sia in programma dell’Amministrazione riportare a norma le scale mobili o almeno il primo tratto di accesso delle stesse.

          All’indomani della presentazione dell’interrogazione, per la verità, le siepi secche sono state tagliate; questo dovevo dire ad onor del vero.

PRESIDENTE

         La parola all’assessore Molinari.

MOLINARI

         Per quanto di mia competenza, relativamente al verde e al problema dell’ambiente come decoro più che disdoro, sono ancora più sincero dello stesso consigliere Petrullo nel momento in cui vado a dire che questa interrogazione è arrivata sul mio tavolo nei giorni scorsi, quindi quando sono state tagliate le siepi ancora non sapevo dell’esistenza dell’interrogazione, ma la cosa rientrava nel programma di manutenzione del verde.

         Le aiuole spartitraffico della città di Potenza molto spesso sono manutenute direttamente dalle ditte e dai cittadini che si sono proposti per l’adozione degli spazi a verde, tanto che abbiamo, quest’anno, il più delle volte, per la maggior parte delle aiuole spartitraffico, quindi delle più visibili, un’immagine sicuramente più decorosa rispetto agli anni scorsi.

         Abbiamo utilizzato un’opportunità del senso civico non solo dei cittadini come persone fisiche, ma anche delle ditte che in questa città lavorano, impegnano il loro patrimonio economico e fanno, qualche volta, giustamente, anche il loro buon ritorno economico. Questo stesso senso civico, purtroppo, il più delle volte lo dobbiamo richiamare quando manca: scritte sui muri, marciapiedi che vengono divelti (per lo più dalle autovetture, che parcheggiano sui marciapiedi invece di utilizzare gli spazi loro consentiti)…

         Per quanto riguarda l’ambiente, che è appunto il settore la cui delega è affidata a me, abbiamo manutenuto le aiuole. Poiché uno dei problemi sicuramente più importanti è quello di evitare che i cani randagi e, il più delle volte, i cani padronali, per l’incuria dei loro proprietari, entrino nelle aiuole, così come abbiamo fatto per il Parco Montereale, dove abbiamo recintato le aiuole (cercando di far capire quello che dovrebbe essere capito per senso civico), anche nella zona di Piazza Vittorio Emanuele (più conosciuta come Piazza XVIII Agosto) ci proponiamo (così come nel larghetto vicino, al di là della scalinata vicino al bar Primavera, per centrare più visivamente il problema) di installare queste reti che, appunto, impediscano agli animali di entrare.

         Ci affidiamo, dunque, non solo e non soltanto al senso civico e allo spontaneismo dei cittadini, ma anche a maggiori e più pressanti controlli da parte degli organi preposti, prima di tutto della Polizia Municipale, così come dei cittadini, che laddove segnalassero al Comune dei comportamenti scorretti sicuramente vedrebbero scattare le sanzioni. Al di là del problema sanzionatorio, è chiaro che da parte dell’Assessorato, per la delega che mi compete, non solo per la manutenzione del verde, ma anche per far sì che non siano attuati comportamenti scorretti, c’è l’ulteriore impegno a mantenere fede non solo alla sollecitazione del consigliere Petrullo, ma anche a quella che è una giusta istanza dei cittadini che, camminando per la città, hanno bisogno di maggiore decoro e sicuramente di minor disdoro.

         Per quanto riguarda l’altra problematica, questa non mi appartiene in virtù della delega assegnatami, ma so per certo che gli uffici preposti, per la sistemazione dei marciapiedi e per il problema dell’accesso ai bagni delle scale mobili da parte dei portatori di handicap (anche se tutte le scale mobili non offrono tale possibilità) hanno predisposto dei sopralluoghi per verificare la possibilità di rendere accessibile almeno la zona dei bagni sottostanti Piazza Vittorio Emanuele, per far sì che i disabili e tutti i cittadini possano recarvisi con maggiore facilità.

PRESIDENTE

         Collega Petrullo, prego.

PETRULLO

         Al punto a) non ho avuto risposta; al punto b) neanche; al punto c) sì, quello di competenza dell’Assessore, quindi c’è questa rassicurazione per il futuro; al punto d) avremo dei sopralluoghi.

         Temo di essere costretto a dire che non sono assolutamente soddisfatto, ho avuto una risposta su quattro; vedo che…

PRESIDENTE

         L’assessore Coviello può integrare la risposta su due di quei punti.

PETRULLO

         Va benissimo.

COVIELLO

         Mi scuso con il Consigliere. Solo in questo momento ho preso visione della sua interrogazione. Spesso accade che è difficoltoso per il Presidente smistare interrogazioni onnicomprensive. Ricordo bene, però, che circa un anno fa fui convocato ad horas da un gruppo di cittadini capeggiati dall’ex consigliere comunale Camardese, che mi fecero verificare alcune problematiche del luogo e mi consegnarono un documento dove venivano elencate sette problematiche; alcune di queste sono anche esse elencate nell’interrogazione, ed almeno cinque su sette mi pare che siano state risolte.

         Se non ricordo male, la griglietta posta sul canale di scorrimento delle acque bianche, che costituiva elemento di pericolo, è stata eliminata; è stata risagomata la cunetta per lo scolo delle acque stesse; è stato risagomato il marciapiede; veniva chiesto anche di evidenziare o spostare il passaggio pedonale ed è stato fatto con un’azione diversificata.

         Abbiamo sperimentato quella vernice rossa e poi subito cambiato idea, perché qualcuno ha detto che costituiva elemento di pericolo, soprattutto in caso di pioggia. Nelle ultime installazioni abbiamo utilizzato materiale elastoplastico; è più costoso, più oneroso, ma dà più sicurezza. In ultimo, ricordo che fu evidenziato che mancava il cordone della scala che conduceva all’area di attesa dei bus. Anche questo è stato cambiato, anche se dopo un paio di mesi. Poiché era costituito da materiale di particolare pregio si è dovuto ordinarlo ed abbiamo dovuto aspettare due mesi.

         Ricordo anche che fu fatta richiesta di installare nei pressi della scala mobile un ascensore per i disabili, nei pressi del bagno; quello è un intervento particolarmente oneroso, e ne dovremo assolutamente tenere conto.

PRESIDENTE

         Più soddisfatto di prima, Consigliere?

PETRULLO

         Sì; ritornerò tra qualche mese sull’argomento.

PRESIDENTE

         Punto 6 all’ordine del giorno: “Interrogazione del consigliere Vito Lomonaco su «Pagamento ICI per le abitazioni inagibili a seguito del sisma del 1980»”.

LOMONACO

         Signor Sindaco, sono circa ventisette anni da che ci fu il terribile terremoto che devastò la Campania e la Basilicata.

         La mia interrogazione parte da quanto ho letto nella Finanziaria: che si va a togliere l’ICI sulla prima casa, anche se forse è inappropriata la questione dell’interrogazione; forse ci voleva un ordine del giorno, ma io parto con questo e poi, evidentemente, sarà lei stesso a verificare, andando avanti, se c’è la possibilità o meno di togliere…

         Il mio riferimento è che nella Finanziaria si va a togliere l’ICI sulla prima casa di una casa normale, e mi sembra inopportuno che i cittadini che hanno la prima casa inagibile a causa del terremoto siano costretti a pagare il 50% dell’ICI, perché purtroppo questo prevede la legge. Allora, per intervenire presso lo Stato forse è tardi, per emendare la Finanziaria su questo punto; però ci sarà sempre il tempo – se non è questo anno sarà l’anno prossimo – per fare qualcosa di buono per questi cittadini, perché oltre al danno per loro c’è anche la beffa.

         Oltre al danno che sono ventisette anni – non sto qui ad elencare le colpe di chi sono – che non arrivano tutti i fondi a disposizione per chiudere la questione ricostruzione, che almeno non abbiano a pagare questa tassa che trovo superflua. Per questo chiedo di trovare tutte le formule opportune per togliere questa annosa tassa a questi cittadini che, secondo me, senza loro colpa, comunque vanno a pagare qualcosa di non dovuto.

PRESIDENTE

         La parola al Sindaco.

SINDACO

         Lomonaco ha ragione nell’evidenziare e sottolineare l’opportunità di abbattere, fino a ipotizzarne l’annullamento, l’ICI nelle situazioni limite di abitazioni non fruibili, soprattutto nel caso in cui le stesse si presentino quale unica abitazione. Mi sembra che ciò rappresenti un obiettivo ampiamente condivisibile ed anche sostenibile presso i nostri organi centrali.

         Non è un caso che Vito Lomonaco sia partito facendo riferimento alla vicenda “219”, allorché una legge dello Stato, una legge speciale, intervenne proprio per l’abbattimento di una serie di tributi, per agevolare i cittadini che avevano avuto danni di vario genere e tipo, quello abitativo, quello economico e così via… L’ICI, in ordine alla opportunità di essere esentata, fa riferimento a una normativa che non lascia molti spazi e molte discrezionalità alle Amministrazioni Comunali.

         Nel caso dei fabbricati inagibili la riduzione viene prevista dalla normativa sino al 50% dei fabbricati dichiarati inagibili ed inabitabili. Al Comune resta la possibilità di individuare, attraverso un regolamento, le caratteristiche che rendono un fabbricato inagibile o non abitabile.

         D’altronde, noi abbiamo vissuto – non lo dico per recuperare una polemica di tipo politico/elettorale -, nella scorsa campagna elettorale per il Parlamento nazionale, il momento in cui Berlusconi propose, in maniera molto forte, l’annullamento dell’ICI, l’azzeramento dell’ICI, sapendo bene che era una prerogativa governativa, la prerogativa di chi definisce un programma elettorale e propone qualcosa che può fare solo il livello centrale e che non è di competenza delle Amministrazioni locali.

         Ritengo che quella dell’ICI sia una questione che va affrontata nello spirito che Vito Lomonaco ci propone. Sarò a Brescia – colgo l’occasione per dirlo -, dopodomani, per una assemblea nazionale dove si parlerà di Finanziaria, dove uno dei temi sollevati dal nostro presidente Dominici sarà quello dell’ICI, condividendo appieno l’impostazione di volere abbattere l’ICI per la prima casa, sollevando, però, nel contempo, la questione di come recuperare le risorse che una norma di questo tipo viene ad eliminare per i Comuni.

         All’interno di questa discussione mi farò carico di trasferire l’opportunità di valutare, nell’ambito delle norme che abbattono l’ICI per la prima casa, la possibilità di lasciare i Comuni liberi di portare fino al 100% l’abbattimento dell’imposta nei casi che ci sono stati evidenziati nell’interrogazione di Vito Lomonaco.

PRESIDENTE

         Collega Lomonaco, prego.

LOMONACO

         Mi ritengo soddisfatto della risposta del Sindaco, d’altronde non poteva essere diversamente; sono contento dell’impegno che il Sindaco ha preso qui. Già fra due giorni, quando avrà questo incontro, porterà il tema all’attenzione; questo è un fatto positivo, perciò mi ritengo molto soddisfatto della risposta, con la speranza che poi tutto venga risolto.

PRESIDENTE

         Chiede ora di intervenire per una interrogazione urgente il collega Laieta.

LAIETA

         Urgentissima. Ne ho proposta una sei mesi fa ed ancora non ho saputo nulla, né ho visto riscontri. Evidentemente ci sono interrogazioni di primo, secondo, terzo, quarto livello… non lo so, però tra un mese la riproporrò un’altra volta, evidentemente usando toni diversi. Evidentemente i toni normali non riescono a smuovere gli interessati.

         Presidente, l’interrogazione è urgente perché è un argomento di questi giorni. Avete, abbiamo letto sui giornali che l’AIAS, che svolge nella regione Basilicata, in particolare nel comune di Potenza, il ruolo di assicurare i servizi di cui i portatori di handicap, ovvero i diversamente abili, necessitano – e questo ruolo ormai è riconosciuto da tutti -, a fronte delle prestazioni erogate e dell’attività svolta non sembra ricevere eguale sostegno e partecipazione da parte delle istituzioni preposte.

         La Legge 104 del 1992, la legge quadro per l’assistenza, l’integrazione e i diritti delle persone con handicap, per assicurare le prestazioni in favore delle persone diversamente abili, cioè le terapie riabilitative e così via, responsabilizza le Amministrazioni Comunali, quindi anche il Comune di Potenza, nell’ambito delle proprie ordinarie risorse, ad assicurare il trasporto individuale.

         Ciò premesso, preso atto delle giuste rivendicazioni della associazione AIAS, dei dipendenti dell’AIAS e dei familiari dei portatori di handicap, ai quali va il nostro più forte e convinto sostegno, il sottoscritto consigliere della Margherita in questo Consiglio interroga il Sindaco della città di Potenza e l’Assessore al ramo per conoscere quali determinazioni urgenti intendono porre in essere per assicurare il trasporto ai diversamente abili e, comunque, tutti quei servizi riconosciuti dalle disposizioni di legge in vigore nella fattispecie.

         E’ un impegno, questo, civile ed amministrativo, al quale il Comune di Potenza non può sottrarsi.

PRESIDENTE

         Prego il Collega di depositare l’interrogazione; credo che l’assessore Casella abbia già gli elementi per poter rispondere direttamente, però c’è il collega Napoli che chiedeva di fare interrogazione su argomento similare o riconducibile allo stesso, per cui lo pregherei di prendere la parola, in modo da unificare la risposta dell’Assessore. Prego.

NAPOLI

         Grazie, Presidente. Non era mia intenzione “accavallarmi” al collega Laieta su un tema così importante che mi ha visto, tra l’altro, non per autocelebrarmi, intervenire sulla stampa.

         Fa specie, Assessore, e mi rivolgo anche al Sindaco, apprendere attraverso il TG3 che l’Amministrazione Comunale, per bocca dell’Assessore, si accorga a distanza di anni che esiste un obbligo in capo all’Amministrazione stessa rispetto ad un tema così importante e così sentito; è troppo semplice dire: se c’è un obbligo ce ne facciamo carico.

         Il problema è che già avremmo dovuto farci carico del problema perché la legge non nasce ieri, l’ha menzionata il collega Laieta, ed è quanto meno strano sentirci dire dall’Assessore, che stimo sul piano personale (e credo che la stima sia reciproca), che l’Amministrazione Comunale provvederà, visto che c’è un obbligo.

         Allora io dico, Assessore, e rivolgo a Lei la domanda, perché naturalmente ne ha maggiore contezza: quante sono le risorse che la Regione Basilicata ha, in qualche maniera, trasferito all’Amministrazione Comunale? Perché ricordo a me medesimo – poi gliene farò avere copia – una nota della Regione Basilicata con la quale viene formalizzato e ufficializzato il trasferimento dei fondi dalla Regione al Comune di Potenza. Mi preme, quindi, sapere – e preme al Consiglio sapere – a quanto ammontano queste risorse e come lo stesse sono state impiegate, con riferimento a quali interventi nel campo sociale, con particolare riferimento al trasporto pubblico dei disabili.

         Ricordo a tutti che a partire dal primo dicembre questo sarà un servizio che non potrà essere offerto o, comunque, un servizio il cui costo non potrà essere supportato dall’AIAS, di qui l’urgenza e la necessità di avere una risposta, adeguatamente motivata, con preghiera di fare pervenire a chi vi parla, ma credo anche ai Presidenti dei Gruppi consiliari, tutta la documentazione epistolare inerente alla vicenda dei fondi messi a disposizione dalla Regione al Comune Capoluogo.

PRESIDENTE

         La parola all’assessore Casella. Così chiudiamo le interrogazioni per passare agli altri argomenti.

CASELLA

         Per quanto riguarda i fondi di trasferimento regionale, sa bene il consigliere Napoli che sono dei fondi che non sono specifici per capitoli di spesa. E’ un fondo generale. Riguardo alla spesa storica e a quello che fa il Comune di Potenza – a parte che ci sono atti deliberativi – le farò sapere come questi soldi sono stati spesi.

         Sul trasporto: sa bene che da anni c’è un servizio taxi a chiamata; poco tempo fa abbiamo fatto un regolamento per il trasporto dei disabili all’interno del comune di Potenza.

         Riguardo al problema AIAS: perché è sorto oggi il problema AIAS? Probabilmente, fino a qualche tempo fa, nei soldi della retta per la terapia, anche se non era scritto, c’era anche il costo del trasporto. Oltretutto, teniamo conto che l’AIAS ha soprattutto una funzione sanitaria, o era considerata tale. Ora, è da un po’ di tempo che si comincia a distinguere quello che è il servizio sociosanitario da quello che è il servizio socioassistenziale.

         Ribadisco quello che ho detto alla stampa: è chiaro che in base alla legge è un obbligo del Comune assicurare il trasporto e noi faremo quello che bisogna fare, prima di tutto un regolamento, perché quello che va capito è anche la tipologia del portatore di handicap che ha diritto, quali sono i costi e se ci deve essere una compartecipazione o meno al trasporto.

         Dopodomani io avrò un incontro con la direzione dell’associazione AIAS, proprio per avere i dati riguardo a questo, anche perché bisogna capire quanti sono gli utenti del comune di Potenza; non conoscevamo, fino ad ora, il problema perché l’AIAS era soddisfatta delle rette che prendeva. Nel momento in cui la Regione ha ridotto le rette è sorto il problema; su questo dobbiamo essere sinceri. Poi c’è un altro problema ancora: è vero che è un’incombenza che spetta ai Comuni, però c’è anche una carenza da parte regionale, in quanto la Regione non ha mai fissato criteri su come deve essere fatto questo trasporto, su quelli che sono i costi, su quelli che sono i soggetti che hanno diritto a questo trasporto. Noi, infatti, abbiamo chiesto delucidazioni a questo riguardo alla Regione anche per capire se è possibile avere un trasferimento al riguardo.

         Colgo l’occasione anche per dire che il problema dell’handicap non può essere risolto solamente come servizio sociale. Mi spiego meglio: il portatore di handicap è una persona che ha bisogno di tante cose, che ha bisogno di relazioni, di cultura, di trasporto e di altre cose… non capisco perché gli altri dipartimenti della Regione non si impegnino in questo senso. Probabilmente anche il dipartimento dei trasporti della Regione deve preoccuparsi di trovare risorse per garantire questi servizi. Siamo in una fase interlocutoria; dopodomani – ripeto – incontrerò la direzione dell’AIAS per acquisire i dati e, quindi, mi preoccuperò di progettare delle risposte che saranno chiaramente condivise con il Consiglio Comunale e con tutti quanti.

LAIETA

         Non dubito della serietà dell’Assessore, quindi sono sicuro che farà quello che è necessario per dare risposte certe al problema.

         E’ giusto che il Comune faccia rivendicazioni nei confronti della Regione per avere fondi disponibili non solo per il trasporto, ma anche – sono d’accordo con l’Assessore – per le altre attività, ma il problema fondamentale sorge nel momento in cui la legge impone ai Comuni di utilizzare risorse proprie per assicurare il trasporto. Questo è un problema, purtroppo – dico purtroppo per le casse comunali, ma è un problema che deve risolvere il Comune -, rispetto al quale è difficile dire: ho difficoltà di cassa e quindi non posso intervenire. Dobbiamo intervenire, per tutte le considerazioni, nobili evidentemente, che ciascuno di noi ha fatto e farà.

         L’impegno che noi chiediamo al Comune è che per il trasporto previsto dalla legge l’intervento ci sia, a prescindere dalla posizione e dalla risposta della Regione, e poi il Comune – forte, se vuole, anche dell’appoggio del Consiglio – rivendicherà le giuste attenzioni per quanto riguarda questo problema. La Regione deve uscire dall’ambiguità, per quanto riguarda non soltanto il trasporto, ma soprattutto nell’assicurare le altre attività e prestazioni di cui hanno bisogno i diversamente abili, ed allora noi siamo qui a disposizione per supportare l’azione che l’Assessore e l’Amministrazione porteranno avanti. Grazie.

PRESIDENTE

         Collega Napoli, prego.

NAPOLI

         Sarò breve. Naturalmente resto in attesa, Assessore, della documentazione; però il suo intervento mi dà la possibilità di fare qualche brevissima considerazione.

         E parto dalla prima. Lei ha ragione quando dice che vi è un fondo sociale e non è specificato per quali interventi viene destinato; ma proprio perché ciò è vero – e qui è il punto di caduta e di criticità dell’Amministrazione – qualsiasi intervento è un intervento che viene programmato dall’Amministrazione comunale. C’è un fondo sociale, vengono trasferiti dei fondi, spetta poi all’Amministrazione comunale – se a monte ha dato vita ad una programmazione seria – individuare gli ambiti e gli interventi da realizzarsi per ogni singolo settore.

         Ciò che è mancato, Assessore, è proprio questa programmazione, frutto magari di disattenzione, frutto magari – non vorrei dirlo – di un pizzico di indifferenza rispetto a questo problema, che oggi ci mette nelle condizioni di doverlo rincorrere. Mi sarei aspettato, in questa sede, di fronte a questa interrogazione, visto che è un problema ormai sulla bocca di tutti, che Lei mi dicesse: è vero, c’è questo problema. Invece di scaricare la responsabilità sulla Regione Basilicata (e poi vedremo se ce ne saranno, di responsabilità) mi sarei aspettato che Lei dicesse: è vero, stiamo però immaginando da subito una variazione di bilancio, perché dobbiamo reperire necessariamente dei fondi da mettere a disposizione per garantire questo servizio.

         Non basta dire: incontrerò la direzione dell’AIAS. Bisogna presentarsi a questo incontro anche con delle proposte da fare, e per proposta, in questo caso, si intende immaginare già dove reperire i fondi, come metterli a disposizione, non presentarci lì “nudi e crudi” a sentire le ragioni che sono state già ampiamente spiegate a mezzo stampa.

         Quanto alla Regione, questo è un boomerang, Assessore, perché Lei mi dice: eh, ma la Regione nel corso di questi anni ha ridotto gli stanziamenti… Ma se non ricordo male – e credo di non ricordare male – il fondo sociale viene costituito in base alle richieste che provengono dal territorio, da ogni singolo Comune; questo poi consente alla Regione di mettere a disposizione di ogni singolo Comune i fondi. Non è che la Regione Basilicata o il dipartimento si sveglia la mattina e decide di affidare al Comune di Trivigno o al Comune di Potenza “tot” risorse; lo fa in ragione di richieste che sono formalizzate ed avanzate dai Comuni stessi.

         Ecco la programmazione. Mi riallaccio, però, al problema della Regione che lei ha individuato come uno dei responsabili di questa difficoltà oggettiva. Se così fosse, sarei fortemente preoccupato, perché guardi, Assessore, lei amministra questa città, che non è l’ultimo dei Comuni – con tutto il rispetto -: è la città capoluogo di regione, è la città che dovrebbe offrire dei servizi di qualità. Lo sentiamo dire sempre, per bocca del Sindaco, per bocca di chi rappresenta la nostra città.

         Ebbene, se fosse vero che la Regione è sorda rispetto alle richieste e rispetto alle esigenze che vengono prospettate alla stessa, non ci sarebbe da stare allegri; allora noi aspettiamo questa documentazione e La pregherei di mettere al corrente la Commissione consiliare permanente dell’esito dei lavori. Le dico di più: mostri, con un atto di generosità, a questo Consiglio la volontà di affrontare davvero questo tema ed inviti una delegazione della Commissione consiliare permanente a partecipare all’incontro con la direzione dell’AIAS, perché il problema della socialità, e in questo caso il problema dei portatori di handicap, delle loro difficoltà, è un problema che interessa tutti, non la Maggioranza o la Minoranza; è un dovere civile prima ancora che politico.

         Questo è l’invito, il suggerimento che Le faccio, e glielo dico anche con un pizzico di rammarico. Io sono stato all’incontro dell’AIAS, incontro che è stato organizzato dal Presidente con il comitato dei genitori, ebbene: sa quale era l’assente? Era il Comune di Potenza, e questo non può essere consentito, non può sentirsi a nessuno, per cui la prego di raccogliere questo invito, questo suggerimento, mettendo a disposizione dell’intero Consiglio tutta la documentazione adeguata.

PRESIDENTE

         Assessore Casella, prego.

CASELLA

         Un chiarimento va fornito. Senz’altro saprà, il consigliere Napoli, che noi abbiamo un centro per handicap grave, che è un centro che in questi anni è cresciuto molto. Dico questo per dare una risposta sul problema della programmazione; la programmazione c’è; i servizi, in questi anni, sono aumentati nella città di Potenza – glielo dimostrerò -; i costi per il trasporto dei venti utenti del servizio del Centro handicap grave sono tutti a carico del Comune, e sono costi elevati.

         Il problema dell’AIAS è sorto adesso; io prima non ho detto che voglio rinviare tutto alla Regione; io ho detto che siamo in una fase interlocutoria, in cui l’AIAS mi deve dare dati precisi, che finora non abbiamo. Una volta acquisiti i dati posso programmare la spesa del Comune di Potenza; non posso farlo prima, se non conosco bene la situazione. Questo volevo dire, non ho detto che il Comune di Potenza non si vuole fare carico di un suo impegno. Chiaramente, se ci sarà da fare una variazione di bilancio in sede di previsione, si programmerà anche questa spesa; però ho bisogno, prima, di conoscere i dati. I dati non sono quelli che sono usciti sui giornali, perché quelli sono dati generali; bisogna vedere quanti sono del Comune di Potenza e quanti di altri Comuni.

PRESIDENTE

         La parola al Sindaco.

SINDACO

         La vicenda AIAS ci trova ben sensibili rispetto alle sollecitazioni che emergono in seno al Consiglio Comunale. Francesco Casella, nell’incontro che si terrà, avrà modo di valutare in che modo potremo intervenire. Su questo garantisco l’assoluto impegno che metteremo in campo anche per il reperimento delle risorse. Non accetto che una situazione di questo tipo possa portare a strumentalizzazioni di tipo politico e allargare di colpo il raggio della discussione sulla insensibilità del Comune rispetto all’handicap.

         Presidente del Consiglio, ritengo che sia arrivato il momento di tenere un Consiglio Comunale sulle politiche sociali che questa Amministrazione comunale ha promosso in questa consiliatura, per dire chiaramente e fare il punto su tutta una serie di azioni di altissimo profilo, che devono fare onore al Consiglio Comunale, in ordine alle sensibilità portate in campo.

         Francesco ha ricordato alcune azioni; potremmo parlare del sostegno all’handicap che sviluppiamo nelle scuole di nostra competenza della città, dove l’azione è sviluppata esclusivamente in funzione di una nostra sensibilità, cosa che non abbiamo neanche molto divulgato, ritenendo che questo rappresenti un sostanziale dovere di cui non menar vanto da parte dell’Amministrazione comunale. Visto che si tende a voler sollevare, in maniera strumentale, una questione di questo tipo, ritengo che la tematica debba essere, a questo punto, oggetto di una discussione ampia, chiara e precisa all’interno del Consiglio Comunale.

         Al consigliere Laieta dico che condivido, nel caso specifico e nel merito della questione AIAS, la necessità di individuare le modalità con cui operare; tengo a dire che i risultati che cogliamo, li cogliamo anche alle attenzioni e ai fondi che ci trasferisce la Regione Basilicata, quindi non c’è contrapposizione tra Amministrazione Comunale e Regione Basilicata; dimostreremo con i fatti come, grazie all’interazione tra l’Amministrazione Comunale e la Regione, grazie alle sensibilità che si portano campo e alla programmazione delle risorse, abbiamo colto risultati importanti.

         Oggi siamo presi da una situazione specifica che è stata posta, di cui abbiamo preso conoscenza e rispetto alla quale tempestivamente è stato programmato un incontro da parte dell’Assessore. Di tale incontro e delle iniziative che prenderemo verremo puntualmente a rendere conto in questa Assise.

PRESIDENTE

         Prima di passare al punto 7 all’ordine del giorno, credo che il collega Graziadei, a nome del Consiglio, debba dire qualcosa. Prego.

GRAZIADEI

         Grazie, Presidente. E’ un po’ di tempo, troppo tempo, che assistiamo, nella nostra comunità e in genere su tutto il territorio nazionale, ad una sorta di perversa situazione che riguarda una criminalità, non so se dire organizzata (ma credo che siamo anche al livello di un’organizzazione minima), che “scorrazza” nelle nostre città, nei nostri centri minori, nelle campagne, nelle frazioni, e che sta creando grande preoccupazione in tutti i cittadini.

         Pensavamo di riuscire, in qualche modo, a limitare la cosa in un arco di tempo abbastanza breve; pensavamo che la cosa si potesse fermare, invece in questi ultimi giorni le notizie che ci arrivano ci fanno preoccupare molto. Stasera, quindi, nell’ambito del consiglio, con i vari Colleghi ed amici con i quali abbiamo avuto una veloce interlocuzione, abbiamo ritenuto opportuno e necessario affidare al nostro Sindaco le nostre preoccupazioni, le preoccupazioni di un Consiglio Comunale, le preoccupazioni di una città su questioni che necessitano di una forte e decisa azione, perché sappiamo tutti che sulla sicurezza, sulla tranquillità, sulla completa serenità che si può e si deve vivere all’interno delle proprie case non è possibile rinviare più di tanto.

         Quindi, Sindaco, noi ci affidiamo a Lei, ci raccomandiamo alla Sua sensibilità, alla Sua capacità, anche attraverso la convocazione del Comitato di sicurezza e attraverso tutte le azioni che si possano mettere in atto, affinché per la nostra città, per i nostri concittadini, per noi, si possa, in qualche modo, definire una più tranquilla possibilità di condurre una vita con livello qualitativo un po’ più elevato. Grazie.

PRESIDENTE

         Sindaco, prego.

SINDACO

         Recepisco la preoccupazione del consigliere Michele Graziadei. La faccio mia, nel senso che tornerò a trasferire le nostre preoccupazioni agli organi preposti, anche se devo – per amore di onestà – evidenziare come l’azione della Prefettura, attraverso il Comitato di ordine pubblico e sicurezza, nelle scorse settimane, è stata un’azione permeata di uguale preoccupazione e caratterizzata da un’attività concreta tendente a contenere il fenomeno e a garantire forme di sicurezza nella città.

         Prendo atto, lo percepisco, lo avverto anche io, che il clima in ordine a queste problematiche in città è un clima di preoccupazione, per cui tornerò a trasferire questa nostra esigenza, questa esigenza del Consiglio Comunale, al nostro Prefetto.

PRESIDENTE

         Passiamo al punto 7 all’ordine del giorno: “Regolamento per l’esecuzione del controllo del rendimento di combustione e dello stato di esercizio e manutenzione degli impianti termici”. La parola all’assessore Molinari.

MOLINARI

         Arriva, finalmente, in Consiglio Comunale, e viene approvato in Consiglio Comunale dopo il passaggio in Commissione consiliare, dopo gli emendamenti approvati nella III Commissione consiliare, competente in materia, il Regolamento per l’esecuzione del controllo del rendimento di combustione e dello stato di esercizio e manutenzione degli impianti termici.

         Le finalità del regolamento sono non solo quelle dettate dalla norma, quindi l’approvazione del regolamento che dà la possibilità ai cittadini, ma più che altro alla città, di munirsi di “calore pulito”, ma anche quelle di rispondere ad una esigenza che il Comune di Potenza non poteva più procrastinare, atteso che la norma è tale ormai da almeno tre anni e che, soprattutto, va a richiamare precisi obblighi di legge in tema di inquinamento.

         Oggi è presente l’ispiratore del Regolamento ed ispiratore dell’intera azione, il nostro energy manager, D’Angelo, e devo dare atto dell’impegno dell’Ufficio, che non è certo un impegno di minimo cabotaggio. Voglio dire che su questo regolamento gli uffici hanno lavorato, e vi hanno lavorato anche i vari assessori che si sono succeduti.

         Il testo era arrivato nelle mie mani già nell’anno 2004, alla vigilia della campagna elettorale; è stato affrontato da chi mi ha preceduto, l’assessore Fulgione, ed è poi ritornato alla mia attenzione e all’attenzione, quindi, di questa Assise Comunale. E’ un regolamento che credo faccia giustizia, prima di tutto, dei dati che l’ARPAB più volte ci dà.

         Dobbiamo dire, in maniera molto chiara, che molto spesso nell’analisi dei dati che l’ARPAB ci dà sul superamento del PM10 si è verificata la circostanza che tali dati, il più delle volte, riguardassero le domeniche oppure giorni notoriamente festivi, come il primo gennaio o i giorni di festa durante la stagione invernale. Ciò significa che molto spesso si superano i dati relativi al PM10 anche e soprattutto per quello che è il rendimento termico delle caldaie che non vengono verificate e manutenute a norma di legge.

         Devo, poi, sottolineare, cogliendo l’opportunità del Consiglio Comunale, anche la possibilità data alle associazioni dei consumatori, alla Confindustria e alle associazioni di categoria di essere partecipi di un protocollo d’intesa, creando con il Comune di Potenza un’utile sinergia che va nella direzione di creare non solo ulteriori occasioni di lavoro e sviluppo, ma anche migliori condizioni di vivibilità della città.

         E’ una sinergia che ha dato giusto impulso alle opportunità che il Comune, il Settore ambiente, mette in campo. Su questi temi, ovviamente, approvando oggi il Regolamento, si apre un ulteriore scenario che sarà quello della verifica degli apparati termici. E’ anche importante sottolineare che il bollino per le caldaie della città di Potenza ha un costo inferiore rispetto allo stesso bollino che viene venduto dalla Provincia di Potenza, non perché si faccia concorrenza alla Provincia, sia chiaro, ma perché i costi per raggiungere gli utenti all’interno del territorio comunale sono sicuramente inferiori rispetto a quelli che sostiene la Provincia nel territorio di propria competenza, ed anche su questo abbiamo ottenuto il plauso, ma più che il plauso la condivisione, da parte delle associazioni dei consumatori.

         I proventi che derivano dalla vendita del bollino sono impegnati immediatamente nella verifica, quindi non si tratta di una gabella che chiediamo ai cittadini per poter poi realizzare altro.

         Si dà atto che assume la Presidenza il consigliere Lovallo.

MOLINARI

         I proventi vengono impegnati direttamente, appunto, nella verifica, e quindi nel campo dell’ambiente.

         Io devo soltanto dire, al termine della relazione espositiva del Regolamento, che questo è stato visto, rivisto, chiosato nelle sue parti più importanti, e ciò vuol dire che il Consiglio Comunale ed i Commissari hanno ben lavorato. Ripeto il giusto e doveroso ringraziamento a tutti i membri della Commissione e a tutti i consiglieri comunali. Finalmente si potrà portare a casa un ulteriore risultato, cioè quello di partire, anche il Comune di Potenza, con l’operazione caldaia sicura, calore sicuro. Ciò ci consentirà, già dal 6 novembre, di iniziare a creare quelle opportunità che i cittadini spesso ci chiedono. Grazie.

PRESIDENTE

         Grazie, Assessore. Su questa delibera chi chiede la parola? Prego, consigliere Mussuto.

MUSSUTO

         Grazie, Presidente. A dire la verità, sono un po’ sorpreso che questo regolamento sul rendimento delle caldaie venga portato all’attenzione del Consiglio solo oggi. Infatti devo dire che quasi ce ne eravamo dimenticati, tenuto conto che – se la memoria non mi tradisce, ma comunque vado senza una data ben precisa – questa approvazione in III Commissione, perché a quella era attestata, risale più o meno ad un anno fa.

         Io mi associo a quanto detto dall’Assessore in riferimento al funzionamento degli Uffici e all’opera che hanno realizzato con la redazione di questo regolamento, però la cosa diventa sminuente quando noi, a distanza di anno, lo riportiamo in Consiglio. Insomma, non credo che abbiamo reso un servizio alla struttura, francamente, anche nella considerazione che la III Commissione (e i membri della III Commissione qui presenti credo mi daranno atto di questo) ci ha lavorato, ed è stata abbastanza puntigliosa nel cercare la soluzione migliore che potesse coniugare l’efficienza del sistema riscaldamento con gli interessi della comunità.

         Io vorrei pregare chi è predisposto a queste cose che quando i provvedimenti vengono licenziati dalle varie Commissioni in tempi più o meno rapidi vengano portati, per la relativa approvazione, in consiglio comunale, anche perché – ripeto – si rischia di dimenticare (volendo fare degli interventi mirati) delle particolarità che un provvedimento, magari in fase di Commissione, ha suscitato. L’invito è questo, per il prosieguo: che vengano approvati in tempi rapidi. Grazie.

         Si dà atto che riassume la Presidenza il consigliere Triani.

PRESIDENTE

         Se non ci sono altri interventi, mettiamo in votazione il punto 7 all’ordine del giorno, già approvato all’unanimità in Commissione consiliare: “Regolamento per l’esecuzione del controllo del rendimento di combustione e dello stato di esercizio e manutenzione degli impianti termici”. Favorevoli? Contrari? Astenuti? Approvato all’unanimità.

Fase interlocutoria

PRESIDENTE

         Il nostro regolamento di funzionamento del Consiglio Comunale prevede l’attribuzione per materie. Questa è materia di III Commissione consiliare però questo è… non è assurdo; bisogna assolutamente…

Fase interlocutoria

PRESIDENTE

         Assolutamente no, perché questo non è un regolamento istituzionale.

         Poiché oggi è assente l’Assessore al bilancio, si chiede al Consiglio di rinviare i punti 8, 9, 10 e 11 all’ordine del giorno; se il Consiglio è d’accordo, i punti vanno ad altra seduta. Favorevoli? Contrari? Astenuti? Approvato all’unanimità. La seduta è sciolta.

         La seduta del Consiglio Comunale viene sciolta alle ore 19.10.