Biografia G. Modica

Giuseppe Modica nasce a Mazara del Vallo, Trapani, nel 1953. L’interesse per la pittura si mostra assai precocemente e appena quattordicenne dipinge le sue prime tele, nature morte nelle quali è già presente la tensione verso una “metafisica” delle cose quotidiane. Si iscrive alla facoltà di Architettura di Palermo nel 1972 e l’anno successivo si trasferisce a Firenze, città nella quale instaura un dialogo intenso e proficuo con il “museo” e dove frequenta l’Accademia di Belle Arti, completando gli studi nel 1978. Nel gennaio 1973 esordisce, a diciannove anni, con una mostra a Mazara del Vallo; poi, nel giugno, a Palermo. Nel 1976 la Galleria La Stufa ospita la sua prima personale a Firenze; nella presentazione in catalogo il critico Elvio Natali parla già di “metafisica”.
Nel 1978, ultimati gli studi rimane a Firenze dove prosegue la sua attività di ricerca artistica. Sono anni durissimi nei quali la sopravvivenza è assicurata dall’appoggio di pochi amici appassionati d’arte e di piccoli collezionisti. Anni di sperimentazione, fondamentali per la sua formazione nei quali si va strutturando il suo linguaggio pittorico, quella “misura”, quel rigore essenziale che saranno elemento sostanziale e vitale della sua opera futura. Gli è a fianco la moglie Carla, conosciuta nel 1976. Del 1982 e 1984 sono le mostre di Firenze che riscuotono l’interesse della critica toscana più accreditata: Pier Carlo Santini, Tommaso Paloscia, Renzo Federici, Giuseppe Nicoletti. In questi anni conosce il pittore Bruno Caruso, al quale è ancora oggi legato da stima e amicizia, che scrive nel 1985 un significativo saggio per la mostra alla galleria romana “Incontro d’arte”.
La mostra costituisce il momento di partenza per un dialogo con studiosi che hanno poi sostenuto il suo lavoro: Dario Micacchi, Enzo Bilardello, Guido Giuffrè e altri. In quell’occasione incontra Maurizio Fagiolo dell’Arco che da quel momento si è interessato con viva attenzione all’evoluzione della ricerca di Modica. Del 1986 è la prima mostra personale alla Galleria “La Tavolozza” di Palermo, nel corso della quale fa conoscenza con lo scrittore Leonardo Sciascia, che manifesta interesse e apprezzamento per le sue opere e gli dedica un intervento sul “Corriere della Sera”, una pagina di grande chiarezza, rivelatrice e premonitrice di una nuova verità per la ricerca di Modica. Nel 1987 si trasferisce a Roma.
Nel 1989 vince la Cattedra di Pittura nelle Accademie di Belle Arti. Attualmente è Docente Ordinario di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nello stesso anno apre un dialogo con Vittorio Sgarbi che focalizza in termini storico-critici lo spessore e l’autonomia della ricerca di Modica ne L’ammodicazione del sogno, testo per le personale alla galleria “La Tavolozza” di Palermo e “Jannone” di Milano. La critica continua ad occuparsi di lui, fra gli altri Marcello Venturoli, Sebastiano Grasso, Giorgio Soavi, Claudio Strinati. Del 1991 é la sua prima retrospettiva museale alla Tour Fromage di Aosta su invito di Janus, direttore del prestigioso Museo Internazionale d’Arte Contemporanea. Per questa mostra Maurizio Fagiolo dell’Arco scrive il saggio Le stanze inquiete nel catalogo edito da Fabbri.
E’ un testo fondamentale per comprendere la pittura dell’artista: scandaglia in modo originale ed approfondito il lavoro di Modica mettendone in evidenza la complessa fenomenologia delle tematiche: artificio – luce – memoria – sicilitudine – geometria – specularità – tecnica. Tramite Maurizio Fagiolo conosce Alfredo Paglione della “Galleria Trentadue” di Milano, con il quale si creerà una proficua collaborazione e una duratura amicizia. Significativo l’incontro, nel 1992, con Antonio Tabucchi che ha scritto il racconto Le vacanze di Bernardo Soares per accompagnare una cartella di incisioni realizzate da Modica e pubblicate dall’editore Sciardelli di Milano. Nel 1993, invitato da Franco Farina con testo di Maurizio Fagiolo e poesia di Cesare Vivaldi, presenta una retrospettiva al Palazzo dei Diamanti di Ferrara.
Del 1997-98 è l’ampia mostra antologica alla Casa dei Carraresi di Treviso, curata da Marco Goldin con monografia Marsilio, che illustra aspetti significativi della ricerca di Modica dal 1980 in poi, con testi di Guido Giuffrè, Massimo Onofri, Claudio Strinati. Nel 1999 è invitato alla XIII Quadriennale d’Arte al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Nel 2002 la Città di Mazara del Vallo gli rende omaggio con la mostra antologica La luce è la luce è la luce, a cura di Maurizio Fagiolo dell’Arco, con catalogo edito da Umberto Allemandi. Significative sono in questi anni le partecipazioni a manifestazioni nazionali e internazionali, fra le altre: Art Basel 13 e 14, Basilea; VI Triennale dell’incisione, Milano; XXXIV e XXXV Premio Suzzara; XXVII Premio Vasto; Pitture – Il sentimento e la forma, Treviso; XXVIII Premio Sulmona; VIII Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea, Il Cairo; LIII Premio Michetti; Novecento Siciliano, Minsk, Mosca, Barcellona, Londra, Palermo; Lo sguardo italiano. Ventidue artisti per Bufalino, Comiso. Nel 2004 il Soprintendente prof. Claudio Strinati, con il patrocinio del Polo Museale Romano, gli dedica nel Complesso del Vittoriano la mostra retrospettiva “Riflessione” come metafora della pittura. Opere 1989-2003, con catalogo Umberto Allemandi.
Nello stesso anno il Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo, a cura di Giovanni Faccenda, gli dedica un’altra retrospettiva: Piero ed altri enigmi, incentrata sui rapporti enigmatici e arcani che legano da sempre la pittura di Modica al sublime magistero pierfrancescano. Nel 2005 sarà la Provincia di Palermo ad organizzare nel Loggiato di San Bartolomeo, a cura di Aldo Gerbino, un’altra rassegna a carattere retrospettivo: L’enigma del tempo e l’alchimia della luce. Ultima solo in ordine di tempo, nel 2007 la retrospettiva La realtà dell’illusione sarà allestita al Convento del Carmine di Marsala, voluta dalla Presidenza della Regione Sicilia e dall’Ente Mostre d’Arte Contemporanea “Città di Marsala”. La rassegna si sposterà successivamente nel 2008 al Museo Diocesano di Barcellona e a Palazzo Venezia a Roma.