Nessun aumento per le indennità dei consiglieri comunali dal 2005

9.12.16-ore 20,20: “Nessun aumento per le indennità dei consiglieri comunali dal 2005. Errata la notizia di stampa riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno, errata la presentazione della stessa notizia diffusa dal TG3 Basilicata delle ore 14.

Sulla Gazzetta oggi in edicola – prosegue il presidente del Consiglio comunale di Potenza, Luigi Petrone – è stato pubblicato un articolo così intitolato‘Ai potentini le tasse sulla sosta ai consiglieri stipendi aumentati’; il sottotitolo ‘Il paradosso del Comune capoluogo. Tra ottobre 2015 e 2016 spese triplicate’. Nel corpo dell’articolo si fa riferimento a un preteso ‘aumento dello stipendio’, dei consiglieri comunali che  ‘… sono passati da un gettone di presenza di 28,69 euro a un gettone 40,99 euro’. Il che avrebbe addirittura comportato una ‘…crescita della spesa per le commissioni consiliari che, ad esempio, nel raffronto tra i costi relativi a ottobre 2015 e quelli legati a ottobre 2016, invece si è triplicata. Passando da 9 mila e 33 euro a 27 mila 473 euro al mese. Tre volte tanto, quindi’.

La notizia così come confezionata deve essere apparsa ‘eclatante’ e non convincente anche ai giornalisti della redazione Rai regionale, che hanno avvertito la necessità di chiedere spiegazioni all’Amministrazione comunale; spiegazioni che in mattinata sono state prontamente fornite e delle quali si è dato conto nell’edizione del Tg3 regionale delle ore 14, in modo tuttavia non puntuale, lasciando comunque ancora aleggiare il sospetto di un avvenuto ‘aumento’ delle indennità spettanti ai consiglieri comunali.

Per dissipare ogni dubbio in proposito si impongono, quindi, alcune doverose precisazioni scritte (verba volant) anche per rispetto alla cittadinanza del Capoluogo che ha diritto a un’informazione corretta, puntuale e veritiera.

Il cosiddetto gettone di presenza spettante ai consiglieri comunali ammonta a euro 40,99 lordi. Tale importo – tra i più bassi del nostro Paese – è invariato da oltre 10 anni ed è quello che hanno percepito e tuttora percepiscono gli attuali consiglieri comunali.

Per effetto del mancato rispetto del Patto di Stabilità interno, verificatosi nell’anno 2014, accertato solo nel marzo 2015, l’importo della predetta indennità è stato ridotto del 30%, ai sensi dell’articolo 31, comma 26, legge 12 novembre 2011 numero 183, per il solo anno successivo a quello dell’inadempienza (nel nostro caso, quindi, per il solo 2015), divenendo così pari a euro 28,69 lordi (40,99 – 30%).

A decorrere dal 1° gennaio 2016, l’importo è tornato a essere quello originario di euro 40,99. Non c’è stato, pertanto, alcun aumento e/o incremento dell’indennità spettante ai consiglieri comunali, che è rimasta immutata rispetto a quella percepita – ripetesi – da oltre 10 anni.

Il confronto riportato, nell’articolo della Gazzetta, tra i compensi percepiti dai consiglieri comunali nel mese di ottobre 2016, pari a euro 27.473,18 lordi, e quelli percepiti nell’ottobre 2015, pari a euro 9.033,51 lordi, è palesemente erroneo, fuorviante e comunque improponibile: non tiene conto, infatti, che l’importo complessivamente corrisposto ai consiglieri comunali nel mese di ottobre 2015 era, non solo ridotto del 30% (per il mancato rispetto del patto di stabilità), ma anche ulteriormente ridotto per le trattenute operate, nello stesso mese di ottobre ed al medesimo titolo, relative ai precedenti mesi del 2015 (da gennaio ad agosto), per i quali le indennità erano già stata corrisposte per intero.

Giova precisare che l’importo dovuto per il mese di ottobre 2015, qualora non fossero state operate le riduzioni di cui si è detto, sarebbe risultato pari a euro 26.831, con una differenza di poco più di 600 euro rispetto a quello corrisposto nell’ottobre 2016 (27.473 euro); solo a titolo di esempio, nell’ottobre 2014 l’importo è stato pari 27.854,24 euro, a testimonianza della sostanziale invarianza della spesa.

Da quanto innanzi detto emerge che la notizia così come diffusa è destituita di ogni fondamento e non fa altro che alimentare, purtroppo, il senso di sfiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni, del tutto ingiustificatamente” conclude Petrone.