17.05.17-ore 11,35: “Insieme alle Associazioni di categoria e al mondo dell’Artigianato abbiamo cominciato un importante confronto e un’analisi tecnico-amministrativa, per definire la domanda insediativa di imprese artigianali produttive sul territorio comunale della città di Potenza. Caratteristiche, tipologia degli insediamenti, dimensioni, infrastrutture materiali e immateriali, dimensioni degli spazi necessari: questi sono i punti sui quali siamo chiamati a esprimerci” ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Rocco Pergola. “Si tratta della fase, a mio avviso, più importante, una fase conoscitiva e di verifica che porterà a definire la domanda effettiva di attività artigianali che hanno la necessità di avere uno spazio attrezzato che garantisca loro migliori condizioni di lavoro. L’Area artigianale deve rappresentare un’opportunità per sanare carenza di spazi idonei in cui svolgere la propria attività di produzione, ma allo stesso tempo deve rappresentare sviluppo ed avvio di attività artigianali innovative, non presenti sul territorio comunale, nonché rappresentare un’occasione per ampliare e rafforzare le attività esistenti. Le parole chiave devono essere tradizione ed innovazione. Nel mondo del lavoro oggi si registra una crescente richiesta di professionalità basata su competenze umane, che le macchine non possono rimpiazzare: manualità, ingegno e creatività. In Italia la disoccupazione giovanile è altissima e scarseggiano carpentieri, fornai, sarti, l’artigianato diventa una grande opportunità. Il ‘saper fare’ rimane un ingrediente indispensabile per l’intero settore manifatturiero italiano unendolo ai nuovi saperi tecnologici, l’Italia si ritrova tra le mani un importante strumento di crescita e innovazione. L’innovazione è modificare le tendenze attuali e mettere in campo azioni e progetti al fine di fermare e invertire lo spopolamento, il degrado e l’abbandono del territorio. Azioni che devono essere condivise e definite in maniera chiara andando a cristallizzare come si intendono rilanciare i servizi essenziali di cittadinanza e il conseguente sviluppo economico. La Strategia di area non rappresenta la solita “lista di azioni o progetti” con cui diversi soggetti spacchettano e “ripartiscono” fondi “intercettati”, né un documento cornice da “affiancare” a quella lista; ma uno schema logico che guida la scelta delle azioni e che risponde a domande semplici e essenziali:
- Quali ragioni motivano la pianificazione di un’area artigianale permanente, con attività associative significative?
- Quali sono gli attori protagonisti del progetto?
- Quali sono le condizioni iniziali e gli attori che caratterizzano l’area?
- Quali sono le tendenze demografiche, sociali, economiche e ambientali in assenza di intervento?
- Qual è lo scenario che invece si ritiene possibile e si vuole raggiungere (i risultati attesi)?
- Quali sono i punti di innesco del cambiamento? E le azioni con cui realizzarlo?
L’obbiettivo deve essere quello di creare delle botteghe, laboratori artigianali che non siano solo il luogo in cui si producono oggetti di altissima qualità e in cui custodire saperi tramandati di generazione in generazione, ma che diventino anche luogo di innovazione e creatività. Si parla di “crescente intensità del comparto artigiano, con la moltiplicazione di iniziative innovative in particolare dell’artigianato digitale, che rappresenta la nuova frontiera di questo settore. L’artigiano, in realtà, ha sempre innovato. Oggi, però, gli artigiani devono essere sempre più digitali e connessi con il mondo. Non solo per l’automazione dei macchinari e la semplificazione delle attività gestionali e amministrative, ma soprattutto per la commercializzazione del prodotto finito. E’ necessario usare la rete per proporsi al meglio, vendere in tutto il mondo “stando a casa propria”, vendere prodotti non standardizzati e omologati, ma altamente personalizzabili (e sempre più ricercati) e mantenere la relazione post-vendita con il cliente a costi molto ridotti. Per la grande industria l’innovazione coincide sempre di più con l’automazione e, cioè, la sostituzione del lavoratore con macchine o programmi automatici. Per il mondo artigiano, invece, l’innovazione si esplicita nel potenziamento del lavoratore, che grazie alle tecnologie lavora meglio, ma non viene sostituito dalla macchina”. Altro aspetto importante dell’artigianato è che si tratta del settore che più di tutti sta attuando una profonda “trasformazione verde” nei modi di progettare, produrre e smaltire i manufatti, strategia fondamentale per superare l’attuale crisi economica ed ecologica, basata sul minore spreco e sul recupero dei materiali. Il legame stretto che caratterizza i “distretti artigianali” italiani e i territori in cui si sono insediati hanno dimostrato che si hanno effetti positivi anche sul settore turistico, portando effetti positivi sulla cosiddetta “spesa turistica”. In alcune regioni si stima che la spesa dei turisti intercettata dal settore artigiano, ammonti al 30% della spesa turistica totale (soprattutto nei comparti artigianali di abbigliamento, calzature e prodotti agroalimentari). Rimanere nel territorio di origine, quindi, e decidere di aprire o rilevare un laboratorio artigianale può rappresentare la creazione di lavoro, reddito e benessere per se stessi e per la comunità. Costruire una proposta strutturata, qualificata, innovativa con un partenariato attivo con obbiettivi specifici fissati, può portare sicuramente all’attrazione di risorse comunitarie, ministeriali o regionali nel territorio di riferimento, investimenti che possono garantire una maggiore specificità e competitività nel mondo globale. Inoltre si possono attrarre risorse che mirino alla formazione, all’avvio di nuove attività, di impresa e all’aggiornamento della propria attività rappresentando uno stimolo per il mondo delle imprese” conclude Pergola.