L’iniziativa della Camera di Commercio di istituire un servizio navetta tra Potenza e l’aeroporto di Pontecagnano è importante, valida e meritevole di attenzione sopratutto per l’impegno profuso da un’istituzione da sempre vicina alle esigenze dei ceti produttivi lucani. Però, non mi associo ai cori di elogi e di entusiasmo che sto sentendo all’indomani della presentazione del servizio navetta. Per un motivo semplice, non credo che sia la soluzione della distanza che purtroppo esiste tra Basilicata e resto del Mondo, che certamente la singola e lodevole iniziativa della Camera di Commercio non può affrontare e non deve neanche affrontare, dato che è compito delle Istituzioni, Governo compreso. Inoltre, non mi associo ai commenti entusiastici perchè a mio modesto parere la prospettiva deve essere ribaltata, ovvero l’impegno delle Istituzioni lucane deve essere affinché sia facile arrivare in Basilicata; non è una differenza da poco, anzi è sostanziale.
L’isolamento si abbatte, quando il resto del Mondo arriva in un luogo, velocemente e con facilità perchè lo integra in un sistema di relazioni, quando invece di parte dalla prospettiva di partire il flusso è unidirezionale e si viaggia al massimo oppure servirà a pochi che siano potentini o ospiti temporanei in Basilicata. E’ preferibile consideralo un primo passo che una prestigiosa istituzione ha avuto il merito di compiere, mentre le varie amministrazioni restano nel demerito di non esser riusciti dal dopoguerra in poi a avvicinare la Lucania oltre i suoi confini amministrativi. Quando l’illustre Francesco Saverio Nitti raccontava negli anni 20 del viaggio di ritorno da Roma a Potenza per poi proseguire a Melfi, a conto spicciolo impiegava 15 minuti in più rispetto un contemporaneo corregionale. Non male come progresso, partiamo da questo dato per riflettere. Arrivare a Pontecagnano non sarà la panacea per l’isolamento lucano, anche perchè i voli saranno pochi e bisogna analizzare poi anche che compagnie aeree daranno servizi e con quali costi, fattore da non sottovalutare, anzi al contrario da analizzare per bene e da trarre future considerazioni. Quindi lasciamo i facili entusiasmi e riflettiamo seriamente cosa serva per far arrivare qui il mondo e cosa serva ai lucani per partire verso il mondo: aereo o non aereo, non è possibile che basta un lavoro sul ponte di Picerno per bloccare una regione, che i treni siano ad orari anteguerra, mentre l’alta velocità diventa più competitiva di un aeroplano in determinati percorsi. Forse non è ancora tardi per un aeroporto lucano, che sia utilizzabile dall’intera regione Basilicata senza andare nelle regioni limitrofe, forse si è persa l’occasione di individuarlo in un’area centrale alle due maggiori città come poteva essere Grassano, equidistante e collegato alla Basentana, ma non è tardi per sperare nella pista Mattei. Però, ricordiamoci che le reti di comunicazione sono integrate e che le vecchie strade e le “strade ferrate” restano ancora fondamentali per tutto il trasporto, di persone e merci, quindi un invito a tutte le Istituzioni di affrontare con pragmatismo e senza reclame il nodo infrastrutture, perchè il Piano per Il Mezzogiorno ci sarà; spetta a noi rappresentanti lucani creare un progetto serio che il Governo Nazionale non potrebbe rifiutare; se no perdiamo ancora un altro treno, altro che aeroplano.