Becce (PDL) su quote rosa nelle aziende

Un tassello importantissimo nel cammino verso la valorizzazione del talento e delle energie femminili, un avvenimento che premia la determinazione e le capacità delle donne il sì definitivo e a larga maggioranza ottenuto oggi alla Camera dalla legge che introduce le quote rosa nei Cda delle aziende quotate e delle società a partecipazione pubblica, un inizio graduale le nuove norme entreranno a pieno regime nel triennio 2015-2018. E’ il commento del consigliere comunale del PdL al Comune di Potenza Nicola Becce dopo il si bipartisan alla Camera per l’introduzione del criterio delle quote rosa nei Cda aziendali.  “Sono stati moltissimi i commenti positivi bipartisan per una legge che finalmente potrebbe spianare la strada all’introduzione delle quote rosa anche in politica per ciò che attiene alla composizione delle liste e alla conseguente elezione di un numero maggiore di donne nelle istituzioni, oggi invece drammaticamente ancora sottorappresentate con presenze molto al di sotto del 50% necessario per una democrazia veramente compiuta e quasi del tutto escluse dai vertici delle amministrazioni. Voglio ricordare che appena stato eletto consigliere, ho presentato un interrogazione al sindaco Santarsiero affinché nella giunta comunale venisse inserita una donna. Ciò non avvenne ed a oggi non è ancora avvenuto. Negli 8100 comuni italiani, le donne sindaco sono 827 contro i 7273 colleghi sindaci. La legge, approvata con 438 sì, 27 no e 64 astenuti, prevede che i Cda dovranno essere composti da un quinto di donne a partire dal 2012 (20% nel primo mandato) e da un terzo dal 2015 (il 33,3% nel secondo mandato). In sintesi i punti del testo normativo: sono “I consigli di amministrazione e gli organi di controllo delle società quotate e delle controllate pubbliche non quotate dovranno essere composti da un quinto di donne a partire dal 2012 e da un terzo dal 2015; in caso di inadempienza ci sarà una diffida da parte della Consob a reintegrare il cda o i collegi entro quattro mesi; in caso di ulteriore inadempienza scatteranno un’ulteriore diffida di tre mesi e le sanzioni pecuniarie: da 100 mila a 1 milione di euro per i cda e da 20 mila a 200 mila per i collegi sindacali. Qualora le società non si dovessero adeguare entro i sette mesi concessi dalle due diffide scatterà la decadenza del consiglio d’amministrazione o degli organi di controllo. Becce auspica che il Sindaco Santarsiero possa inserire una donna nel CDA ad esempio dell’Acta.”