Gesualdi (ApI) perplesso sulle liberalizzazioni in materia di commercio

Il consigliere comunale della città di Potenza del gruppo consiliare ‘Con Santarsiero per Potenza’-API, Filippo Gesualdi, ed il consigliere regionale di API Alessandro Singetta ritengono fondate le preoccupazioni manifestate dalle associazioni di categoria dei commercianti conf-esercenti e conf-commercio e da molte regioni  (Toscana, Piemonte, Veneto) che hanno già annunciato ricorso alla Corte Costituzionale, in riferimento alla norma sulla liberalizzazione del regime di apertura dei negozi, degli esercizi commerciali, dei bar e dei ristoranti.“Demandare al singolo esercente la decisione di “quando tenere alzate le serrande”, anche per 24 ore al giorno comprese le domeniche ed i giorni festivi, norma  contenuta  nel decreto Salva-Italia del governo Monti, a cui prontamente ha aderito – se pur in via sperimentale per un mese  – anche il Comune di Potenza, è una chiara invasione di campo da parte del Governo centrale rispetto ad una materia che è di competenza regionale”, hanno affermato i due consiglieri di Alleanza per l’Italia.“La liberalizzazione totale e selvaggia degli orari e delle aperture è solo un altro regalo alla grande distribuzione ed un ulteriore provvedimento che aggrava la condizione delle piccole imprese, che – soprattutto in Basilicata – sono il nucleo portante della nostra economia. La novità legislativa non sembra in grado di incidere positivamente su un settore già duramente provato dalla grave crisi economica in atto, né di portare benefici concreti in termini occupazionali. Si avrebbero, inoltre, effetti negativi anche sulla qualità della vita degli esercenti: l’apertura tutti i giorni e la notte metterebbe in seria difficoltà la nostra imprenditoria, favorendo solo l’entrata di grandi gruppi (soprattutto quelli cinesi)”.“ Le valutazioni – ed i conseguenti provvedimenti normativi – devono essere fatte verificando le peculiarità territoriali e sulla base di specifiche esigenze. L’apertura indiscriminata senza regole non porta benefici per i consumi e, in compenso, causa gravissimi problemi ai piccoli esercizi già duramente provati”.“Per “movimentare” l’economia ed incrementare la competitività delle attività commerciali è importante la flessibilità e la diversificazione degli orari: diversificazione però non deve equivalere ad ampliamento degli orari, non deve significare aumentare le ore di apertura, bensì tenere aperto quando è più opportuno in funzione della zona, della relativa clientela e del prodotto che si offre. Il tutto va costruito e supportato da azioni di promozione e valorizzazione commerciale  in coerenza con progetti complessivi di marketing e da eventi che ne motivino l’apertura. Significativi e validi risultati soprattutto nel centro cittadino si possono raggiungere solo se si agisce in una logica aggregativa con le  “associazioni di via”  che portino in breve tempo alla creazione di un centro commerciale naturale . “In sintesi – concludono Singetta e Gesualdi- è una normativa questa che finirà per danneggiare ulteriormente le piccole attività commerciali, gli esercizi di vicinato,  aggravando ancora di più le difficoltà dei piccoli negozi che normalmente sono a conduzione familiare o con numero limitato di dipendenti, senza che nessuno sia riuscito a dimostrare quali e quanti saranno i benefici in termini di prezzi e qualità di servizio per i cittadini-consumatori: molti esercizi corrono il rischio di chiudere al confronto con la grande distribuzione che può permettersi la rotazione del personale”.E’ opportuno, pertanto, così come prevede il decreto governativo, che le Regioni legiferino in materia tenendo presenti le peculiari situazioni delle varie aree.