Cattura lupo, interrogazione di Falconeri

15.12.2020 – ore 18,25: Il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Marco Falconeri ha presentato un’interrogazione urgente relativa alla cattura di un lupo che ha avuto luogo nei giorni scorsi:

PREMESSA

Era nota da qualche settimana la presenza di un esemplare di lupo (cosi classificabile almeno a prima vista e fenotipicamente, cioè in base alle caratteristiche esterne), che si aggirava nel centro urbano di Potenza frequentando cortili e strade dove, con una certa facilità, trovava cibo messo a disposizione per cani e gatti;

Che come dichiarato dal Sindaco il lupo è stato catturato, dopo essere stato sedato con la tecnica della teleanestesia, da un veterinario esperto, e tempestivamente trasportato presso il canile municipale;

secondo l’associazione Legambiente la procedura messa in atto dal Comune, e da quello che si apprende dalla nota diffusa soprattutto da parte della Regione Basilicata, è sbagliata e non in linea con gli strumenti e le procedure utilizzate in questi casi.

il lupo è infatti tutelato dalla DirettivaHabitat (92/43/CEE), recepita dall’Italia con DPR dell’8 settembre 1997, n. 357, che inserisce il lupo negli allegati B e D, proibendone la cattura, l’uccisione, il disturbo, la detenzione, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione. Per questa ragione, le catture effettuate in Italia legalmente, per motivi scientifici o gestionali, sono tutte autorizzate, in deroga alla suddetta normativa, con provvedimento del Ministero dell’Ambiente su parere ISPRA.

Per la sua importanza dal punto di vista conservazionistico, il lupo, tra l’altro, deve essere oggetto di un attento e costante monitoraggio, per il quale sono responsabili le aree protette nazionali o, al di fuori di esse, come in questo caso, la Regione Basilicata, che era informata sulla presenza del lupo nel centro abitato di Potenza e, secondo le notizie diffuse dal Comune di Potenza, presente anche alle operazioni di cattura.

TENUTO CONTO CHE

sembra che nessuna autorizzazione sia stata chiesta al Ministero e nessun parere espresso dall’Ispra, sia per la cattura, sia per la captivazione quanto temporanea del lupo presso il canile municipale.

Si è scelto, invece, lo strumento dell’Ordinanza del Sindaco, ai sensi della quale si invocano, solitamente, gli artt. 50 e 54 del D. Lgs. 267/2000 (Testo Unico Enti Locali): l’art. 50, comma 5, T.U.E.L. prevede che “….in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale”, mentre l’ 54, comma 4 dispone che “…….Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”.

CONSIDERATO CHE

il presunto lupo che si aggirava tra le case a Potenza, mangiando cibo messo a disposizione per i cani e per i gatti, non rappresenta un caso isolato e non è il primo caso accaduto.

ci sono dubbi sul fatto che possa rappresentare un problema sanitario quello indotto da un solo lupo in un sistema urbano che non sempre riesce a gestire e tollera la presenza di branchi di cani randagi.

A maggior ragione può essere considerato pericoloso un animale selvatico che, come in questo caso, mostra una estrema confidenzialità molto più evidente del solito nei confronti dell’uomo e denota una assoluta mancanza di aggressività nei confronti dell’uomo non determinando, quindi, gravi pericoli per l’incolumità pubblica e difinito mansueto dallo stesso Sindaco.

L’utilizzo dell’ordinanza sindacale per “risolvere” queste situazioni è dunque non in linea con la legislazione nazionale ed europea, ma anche fuori luogo, perché rischia di diventare uno strumento ricorrente di gestione faunistica delle specie selvatiche che invece devono, caso per caso, essere riportate e rese oggettive e autorizzate dalle autorità competenti che in questo caso è il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare.

Nel dubbio sulla effettiva appartenenza dell’animale alla specie lupo sarebbe stato opportuno rispettare i protocolli e la normativa in materia al fine di evitare danni alla sua salute e consentire un trattamento idoneo alla sua reimissione nell’ambiente naturale.

Risulterebbe quindi ingiustificata l’ordinanza del sindaco e soprattutto la captivazione, sebbene temporanea, in un canile anziché in una struttura idonea dal punto di vista veterinario.

Se fosse stato richiesto un parere all’Ispra, come si è fatto in altri casi anche più urgenti e difficili da gestire, si sarebbe attivata una rete di aree protette, i Cras e strutture convenzionate in grado di ospitare il lupo in condizioni compatibili con le caratteristiche biologiche ed etologiche della specie.

E soprattutto, con l’autorizzazione preventiva del Ministero si sarebbe da subito definito l’iter procedurale e operativo per decidere il destino dell’animale se nel caso si tratti di un “ibrido” o di un lupo appenninico a tutti gli effetti.

OSSERVATO CHE

la Regione Basilicata che, sebbene informata e pur presente con i propri tecnici nella fase di cattura, pare abbia ignorato le più elementari norme in materia (L. 157/1992) e non abbia pensato di mettere in pratica i protocolli sul monitoraggio della specie predisposti da Ispra, a maggior ragione in questa fase in cui Ispra sta effettuando un Piano nazionale di monitoraggio del lupo, e senza informare il Ministero dell’Ambiente.

Tutto quanto premesso si

INTERROGA

il Sindaco e l’Assessore competente su quali siano i motivi della mancata adozione dei protocolli previsti nel caso di specie e quali siano le risultanze delle analisi sull’esemplare”.