Consiglio comunale straordinario: Deposito di scorie nucleari nella Regione Basilicata, resoconto giornalistico

20.01.2021 – ore 15,40: Il Consiglio comunale si apre alle 15,40 con il presidente Francesco Cannizzaro che introduce i lavori spiegando che “l’iniziativa ha visto una prima mozione del gruppo di Idea sull’argomento, in virtù di una successiva riunione della Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari ci si è confrontati sull’utilità della trattazione del tema in oggetto: ‘Deposito di scorie nucleari nella regione Basilicata’ a seguito di decisioni assunte insieme a Sindaco e Giunta, grazie anche al lavoro della Prima Commissione consiliare e un confronto con Anci, si è ritenuto di convocare la seduta odierna a seguito della pubblicazione di indicazioni comprese in una ‘Carta nazionale’ attraverso la quale la Sogin individuava siti nazionali nei quali procedere allo stoccaggio delle scorie nucleari, 17 dei quali ricadenti in Basilicata. Procedura attivatasi il 5 gennaio e che consente, agli Enti interessati a vario titolo, di esprimersi in merito al documento della Sogin. Il presidente Bardi ha già comunicato la ferma contrarietà a tali indicazioni, così come ha ricordato che medesima posizione è stata assunta in seno alla Conferenza Stato-Regioni. Il Comune di Potenza, si esprime quindi oggi su questo che è un argomento molto sentito dalla nostra comunità cittadina oltre che da quella di tutta la regione”. Il Sindaco di Potenza, Mario Guarente, ricorda che “Potenza, in virtù del suo essere capoluogo di regione, è ancora più importante che affermi la propria posizione su un argomento che già vide i lucani subire una paventata analoga decisione nel 2003, alla quale si rispose con la ‘Marcia dei 100.000’. Con Anci e Regione Basilicata, presidente Bardi e assessore regionale all’Ambiente Rosa, si è ritenuto di stilare una delibera che sarà adottata da tutti i 131 Comuni della Basilicata per manifestare la contrarietà dell’intera regione alla decisione della Sogin. Anche la Provincia di Potenza sta lavorando su questo tema. La regione Basilicata non può essere considerata la ‘pattumiera d’Italia’ e dobbiamo combattere insieme questa battaglia, al di là del colore politico, insieme all’Anci di Basilicata, a quella di Puglia e a città e paesi pugliesi che con la Basilicata condividono la medesima iniziativa. Questo il testo del deliberato: IL CONSIGLIO COMUNALE

PREMESSO:

Che l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha pubblicato la Guida Tecnica n.29: “Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività” in cui sono stati elencati i requisiti fondamentali e gli elementi di valutazione che dovevano essere tenuti in considerazione dalla SO.G.I.N. S.p.A. (la società dello Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi) nella definizione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI);

Che il Deposito Nazionale è finalizzato alla sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di scorie nucleari di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di scorie ad alta attività, frutto della stagione nucleare italiana chiusa con il referendum del 1987;

Che con il nulla osta dei ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, la Sogin  ha pubblicato sul sito www.depositonazionale.it la proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), l’atteso documento per la divulgazione del quale è stato necessario da parte dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) rispetto alla sismicità delle aree attendere, tra le altre cose, un aggiornamento , studio chiesto alla Sogin nel 2015;

Che la medesima società ha pubblicato il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del  Parco Tecnologico, che permetterà di sistemare in via definitiva questi rifiuti, al centro di una procedura di infrazione europea nei confronti del nostro Paese e attualmente stoccati in una ventina di siti provvisori non idonei ai fini dello smaltimento definitivo;

Che tra i siti idonei ad ospitare le scorie indicati nella CNAPI ben 17 ricadono nel territorio della Regione Basilicata;

Che si tratta di zone che coincidono con territori ad alta valenza ambientale, storica, archeologica, antropologica e culturale e quindi non rispondenti ad alcun criterio di proponibilità di un intervento industriale come il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi;

Che una parte del territorio individuato coincide con aree tutelate come il Parco delle Chiese Rupestri e della Murgia materana iscritto dall’UNESCO nel 1993 insieme alla città dei Sassi di Matera nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità e che nel 2014 la Città di Matera è stata dichiarata Capitale Europea della Cultura per il 2019;

Che la Regione Basilicata è già fortemente penalizzata da deficit infrastrutturale nei collegamenti soprattutto ferroviari che costituiscono un ostacolo al decollo della crescita e dello sviluppo economico della regione;

VALUTATO:

che il Deposito Nazionale arrecherebbe un forte danno all’economia locale che si basa sulla qualità dell’ambiente e delle produzioni agroalimentari ed impattando negativamente i ricavi nel settore turistico e delle produzioni/esportazioni del settore agroalimentare;

che la Provincia di Matera è già sottoposta al gravame della presenza di un sito ITREC con presenza di sostanze radioattive che hanno già pesantemente compromesso il territorio in termini di inquinamento, di danni alla salute e impatto negativo sull’economia.

PRESO ATTO:

Che, con la Legge Regionale n.31 del 21.11.2003, Modifiche ed integrazioni alla L.R. 31 Agosto 1995, n. 59 pubblicata sul B.U.R. Basilicata n. 81 del 22 novembre 2003 il Consiglio Regionale ha dichiarato la Basilicata Territorio Denuclearizzato e precluso al transito ed alla presenza, anche transitoria, di materiali nucleari non prodotti nel territorio regionale;

che seppure dichiarata costituzionalmente illegittima, con sentenza Corte Cost. n. 62 del 29 gennaio 2005, la suddetta legge è comunque una decisa espressione di volontà dei Lucani;

che tanto manifesta l’assoluta indisponibilità del territorio all’installazione di centrali nucleari e allo stoccaggio di scorie radioattive;

che l’art. 9 della Costituzione pone come principio fondamentale della Repubblica la promozione dello sviluppo e la tutela del paesaggio;

che in Basilicata le aree naturali protette occupano circa il 30% dell’intera superficie regionale, collocandola al secondo posto in Italia per percentuale di superficie protetta, con due Parchi Nazionali (Pollino e Val d’Agri), due parchi regionali e sei riserve naturali regionali;

che i siti di interesse comunitario della Basilicata, individuati in base alla Direttiva Habitat(Direttiva 1992/43/CEE) e appartenenti alla rete Natura 2000, sono 41, a questi si aggiungono 15 aree che sono sia SIC/ZSC sia zona di protezione speciale (ZPS) individuate ai sensi della Direttiva Uccelli (Direttiva 2009/147/CE) di cui circa la metà insiste nel territorio della Provincia di Matera, nonché aree (Comune di Irsina) sottoposte a vincolo paesaggistico sull’intero territorio;

che la Legge 394/91 fa esplicito riferimento all’art. 9 della Costituzione, ma non si ferma al concetto da questo espresso e va oltre: infatti, se la Costituzione parla di “tutela”, la L. 394 parla di “valorizzazione” del patrimonio naturale, considerando anche la volontà di rendere fruttifero un bene potenziale, potenzialità che può essere intesa in termini scientifici, storici, culturali, sociali ed economici;

che la Legge regionale 28 giugno 1994, n. 28 “Individuazione, classificazione, istituzione, tutela e gestione delle aree naturali protette in Basilicata” indica tra i vari articoli le seguenti specifiche finalità: “I fini di generale salvaguardia delle risorse naturalistiche, paesaggistiche ed ecologiche sono perseguiti nella prospettiva della qualità di vita dei cittadini…; …e di conseguimento di obiettivi di sviluppo socio – economico delle popolazioni locali…;

che la particolare conformazione idrografica e geomorfologica della nostra Regione fa si che si inneschino fenomeni di crisi, frane e smottamenti, appena si superano i 50 mm. di pioggia nelle 24ore (Pisticci, Grassano, Senise, Bernalda, Montalbano) e le inondazioni interessano migliaia di ettari nel Metapontino quando la pioggia supera i 100mm/giorno;

che secondo il Gruppo Nazionale Difesa Catastrofi Idrogeologiche (GNDCI), nella Regione Basilicata negli ultimi 80 anni si sono succedute più di 200 inondazioni e 1028 frane. Su 131 Comuni della nostra Regione, dal 1918 al 1994, ne sono stati investiti da inondazioni 58, coinvolti o sconvolti da frane 120 (Progetto AVI).

VISTO:

che è dovere delle Amministrazioni Comunali tutelare e riaffermare quanto già chiaramente espresso dal Consiglio Regionale, massimo organo istituzionale della Basilicata;

che è compito del Sindaco e dei singoli Consiglieri difendere con forza e senso di responsabilità il territorio Lucano e provinciale da ulteriori danni derivanti dalla presenza di un sito di stoccaggio di scorie nucleari alla propria economia e alla salute dei cittadini;

che il Comune di POTENZA intende partecipare attivamente al lavoro di coordinamento organizzato dal Presidente della Regione per definire una posizione unitaria di tutto il territorio per contrastare qualunque ipotesi di localizzazione in Basilicata e nei territori confinanti con la Puglia di un deposito di rifiuti radioattivi;

che l’intero sistema delle Autonomie Locali, Comuni e Province, propongono al Presidente della Regione Basilicata di promuovere un coordinamento dell’azione con la Regione Puglia;

che l’Anci ha invitato tutti comuni della regione a dichiarare la loro contrarietà alla localizzazione in Basilicata o nei territori confinanti della Puglia di un deposito nazionale di scorie e rifiuti nucleari e radioattivi e ha esortato tutti i comuni individuati nella Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee a produrre entro i termini previsti dal procedimento osservazioni in stretto coordinamento con la Regione Basilicata riconfermando il principio della consultazione dei sindaci dichiarando l’assoluta contrarietà a qualsivoglia deposito di rifiuti radioattivi nella nostra regione;

che la Provincia di Matera supporterà i governi regionali di Puglia e Basilicata nella messa in campo delle conseguenti azioni procedimentali e di interlocuzione col governo nazionale, nel rispetto dei territori e dei diritti fondamentali dei cittadini;

che le caratteristiche del sito nel quale viene localizzato un impianto di smaltimento di rifiuti radioattivi a bassa e media attività, unitamente a quelle del condizionamento dei rifiuti e delle strutture ingegneristiche dell’installazione, devono garantire il confinamento e l’isolamento dei radionuclidi dalla biosfera, al fine di assicurare nel tempo la protezione della popolazione, dell’ambiente e dei beni.

Tutto ciò visto e considerato, in merito alla possibile individuazione della Provincia e dell’intera Regione come sito di smaltimento e stoccaggio delle scorie nucleari,

si propone di adottare la seguente

DELIBERAZIONE

  1. di dichiarare la totale contrarietà all’individuazione del territorio della regione Basilicata come sede di Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico così come ipotizzato dalla proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi) pubblicata sul sito www.depositonazionale.it;
  2. di ritenere denuclearizzato il proprio territorio;
  3. di dare mandato al Sindaco a produrre nelle sedi preposte, per il tramite degli uffici ed entro i termini previsti dal procedimento, tutte le osservazioni utili a comprovare l’inidoneità dei territori del Comune di POTENZA come sede di Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico in quanto in contrasto con i “Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività” pubblicati da ISPRA nella Guida n. 29;
  4. di dare mandato al Sindaco di supportare secondo le necessità i governi regionali di Basilicata e Puglia nella messa in campo delle conseguenti azioni procedimentali e di interlocuzione col governo nazionale, nel rispetto dei territori e dei diritti fondamentali dei cittadini;
  5. di dare mandato al Sindaco a rappresentare gli interessi del Comune di POTENZA in qualunque sede per tutte le azioni utili allo scopo di scongiurare qualsiasi decisione che porti alla realizzazione del Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico in Basilicata;
  6. di dichiarare il presente provvedimento immediatamente eseguibile, ai sensi e per gli effetti della disposizione di cui all’art. 134, comma 4, del D. Lgs. N. 267/2000 e s.m.i.”.

Il presidente della Prima Commissione consiliare Giuliano Velluzzi apre la serie degli interventi illustra brevemente le caratteristiche della ‘Carta nazionale’ redatta da Sogin. “La Basilicata da 50 anni fornisce un contributo in termini ambientali altissimo da Rotondella fino a Viggiano. Anche i possibili investimenti prospettati, non possono in alcun modo essere presi inconsiderazione, abbiamo già dato”. Il capogruppo di Idea Antonio Di Giuseppe ricorda la “polemica del 2003, che ho vissuto da consigliere comunale, e il Governo Berlusconi ritirò subito il provvedimento che era piombato dall’alto senza alcuna consultazione dei territori. Ritengo che sia importante chiedere un aumento dei tempi nei quali poter analizzare un investimento di 900 milioni di euro, con una ricaduta economica importante per il nostro territorio, merita una scelta ponderata. La nostra terra è stata ed è sfruttata, ma è importante assumere decisioni in maniera consapevole. Riteniamo che al documento vada aggiunto anche l’aspetto sismico, oltre a quello idrogeologico, quindi riteniamo che il documento vada emendato”.

Il capogruppo di Forza Italia, Fabio Dapoto, spiega che “malgrado in Italia non esistano centrali nucleari, malgrado la Basilicata ospiti già il 10% dei rifiuti nucleari presenti sul territorio nazionale, dopo 18 anni si torna a proporre la nostra regione come discarica d’Italia. Nel 2003 manifestammo per 10 giorni ininterrotti. Come allora non possiamo permettere neppure oggi che ciò avvenga. Non abbiamo finito di smaltire quanto stoccato a Rotondella e già si pensa di rifilarci altri rifiuti nucleari”.
Il capogruppo del Movimento 5 Stelle Marco Falconeri ricorda che “nel 2003 non esisteva alcuna programmazione con 67 possibili siti, ma il governo nazionale aveva deciso di realizzare il sito unico di stoccaggio in Basilicata, senza consultazione alcuna. Oggi c’è la necessità di individuare un sito unico per scorie che produciamo noi, attraverso la filiera del petrolio e con i rifiuti ospedalieri. La mappa della Sogin non è un imposizione del governo, ma una presa d’atto del lavoro svolto dalla Sogin. L’unico modo per aver questo sito in Basilicata è un’autocandidatura delle nostre Istituzioni, cosa poco realistica.
Il capogruppo della Basilicata Possibile Francesco Giuzio, afferma che “i richiami ai fatti del 2003 sono spesso populisti. Riconosciamo il valore del documento che il Consiglio si appresta a votare ma vanno fatti alcuni distinguo. La Basilicata e il territorio di Potenza non sono individuate tra le aree più indicate per ospitare il sito unico delle scorie, questo però non significa abbassare la guardia, ma non vuole prestare il fianco a facili generalizzazioni che di battaglie ambientaliste non ha nulla. Siamo più appassionati alla questione del ciclo della produzione del rifiuto più che per lo stoccaggio. A cominciare dalla produzione del rifiuto per l’estrazione petrolifera. Si proceda all’impegno per l’abbandono del fossile invece di continuare a ipotecare il futuro del nostro territorio per i prossimi 30 anni, con accordi con le compagnie petrolifere”.
La consigliera del gruppo della Lega Stefania Polese asserisce che “si è stanchi di affermare ogni volta che la Basilicata si indigna per essere individuata come pattumiera nazionale. Anche a livello locale è necessario una organizzazione puntuale, con un tavolo tecnico che come un ‘radar fisso’, un osservatorio territoriale permanente per la tutela del territorio della Basilicata che rappresenti tutte le Istituzioni e le componenti sociali lucane, che possa fare da sentinella riguardo a tutte le scelte nazionali che possano interessarla”.
La capogruppo del gruppo ‘Insieme per Bianca’ Angela Blasi prende la parola spiegando che “si tratta di un Consiglio che affronta un tema di importanza nazionale. Dopo una lettura attenta di quelli che sono i documenti resi pubblici, effettivamente il pericolo per la nostra regione è relativo. Ciò non toglie che sia necessario ricreare la coscienza collettiva del 2003, oltre alla ferma opposizione a tale possibile scelta. Oggi viviamo una situazione totalmente diversa rispetto al 2003”.

La consigliera di Fratelli d’Italia, Mary William, leggendo una parte del documento Sogin sostiene che “anche se in via principale non è immediatamente individuabile la Basilicata tra i territori più idonei al fine della definizione del luogo nel quale realizzare il sito unico per lo stoccaggio delle scorie nucleari, il pericolo è tutt’altro che passato, anzi nel medesimo documento si prospettano anche possibili compensazioni in grado di superare tali presunte inidoneità. Direi che oltre invece della sindrome del “non nel mio giardino”, sarebbe il caso di dire “non sempre in questo giardino”, per un deposito superficiale che potrebbe ospitare anche scorie ad altissima componente nucleare”.
La capogruppo di ‘Lista civica per la Città’ Ilaria Telesca interviene sottolineando che “il Consiglio comunale è stato organizzato a qualche giorno dall’emergere di un problema, cosa che ci ha consentito di avere più tempo per analizzare il problema in maniera compiuta. La nostra regione oltre ad avere caratteristiche geomorfologiche che non si prestano allo scopo, ha risorse ambientali e turistiche tali da non poter consentire a nessuno di incrinare un equilibrio che ci colloca tra i territori più affascinanti del panorama nazionale. Siamo un popolo che fonda la propria economia sull’ottimizzazione del prodotto e non su una produzione industriale e questa non è l’unica motivazione per dire di no, oltre alle caratteristiche idrogeologiche e sismiche, infatti la Lucania è terra di emigrazione di giovani. Non possiamo lasciare che una voluta operazione di desertificazione liberi la nostra terra per farne spazio nel quale depositare rifiuti. La nostra terra è terra di ‘Briganti’ e non consentiremo a nessuno di venire a occupare la nostra regione”.

Carmen Galgano del gruppo di Fratelli d’Italia, vorrebbe “una regione completamente green, quindi non posso che dire ‘No’ al deposito nazionale unico di scorie. Mi chiedo come mai il governo nazionale abbia pensato alla Basilicata o alla Puglia per individuare questo sito, non dando ascolto a Sindaci che hanno manifestato la propria disponibilità ad accogliere tali impianti”.
Il capogruppo del Pd Roberto Falotico ricorda che il “13 novembre 2003 il giorno dopo la strage di Nassirya, il governatore Bubbico rientrò in Regione per andare seguire la vicenda che individuava in località Terzo Cavone il sito nel quale stoccare 80.000 metri cubi di materiale radioattivo. Oggi si parla di 15.000 metri cubi in più. All’epoca organizzammo un pullmann per partecipare alla manifestazione di Scanzano , come Consiglio comunale, che all’epoca presiedevo, manifestazione organizzata dai sindacati. Siamo cittadini del mondo oggi, allora è giusto ricordare che lo Stato siamo noi e dobbiamo difenderla. Non dobbiamo offendere il giardino del vicino, ma dobbiamo essere messi in condizioni di tipo tecnico di avere valutazioni compiute. Nel 2003 scomodammo Rubbia, oggi dobbiamo fare un lavoro analogo”.

Per il gruppo di Forza Italia il consigliere Matteo Restaino definisce il documento in discussione “un deliberato sul quale si deve andare oltre gli steccati politici e ideologici, per trovare un’azione compatta. Dal 2003 a oggi è cambiato il colore politico di chi governa. Allora i vertici di Sogin furono contestati per scelte che si erano dimostrate inadeguate, scelta non corretta che il governo Barlusconi non consentì, dando ascolto alle Istituzioni tutte che erano presenti sul territorio. Con la recentissima autorizzazione di pubblicazione della mappa dei siti l’attuale ministero dell’Ambiente segna un passo mosso in direzione diversa rispetto a quanto accaduto nel 2003, e dunque, non si può minimizzare una vicenda che non vede assolutamente la nostra regione fuori dal rischio che tale impianto venga realizzato in Basilicata. Il principio di precauzione consiglierebbe di evitare quanto già accaduto in passato. Non esiste alcun incentivo economico che possa ristorare una tale scelta”.

Il consigliere del gruppo Idea Enzo Stella Brienza precisa che “la tranquillità di chi ritiene che la Basilicata non avrà questo sito, non è la mia. 9 anni fa i fatti di Fukushima ci hanno dimostrato che anche ciò che dovrebbe lasciare tranquilli, in tema di nucleare, così non può essere considerato. La Basilicata ha pagato e paga ancora oggi un prezzo alto con quanto accaduto in Val d’Agri, Ferrandina, Rotondella. Dobbiamo scegliere noi cosa fare della nostra terra, un deposito di rifiuti o una terra nella quale far crescere i nostri figli”.

Il capogruppo della Lega Gianmarco Blasi ringrazia “il capogruppo Di Giuseppe, primo firmatario della proposta che oggi ci porta a questa discussione. La volontà di trasformare quella mozione alla delibera odierna, ci consente di affrontare un tema nella nostra città, capoluogo di una regione che nell’agricoltura e nel turismo vede pilastri della propria economia. Dobbiamo continuare a far sentire la voce del nostro popolo, e con il voto di questo documento intendiamo cristallizzare la volontà del nostro popolo”.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia Michele Napoli “pronuncia un ‘No’ serio e fermo al deposito delle scorie nucleari in Basilicata. L’approccio deve essere diametralmente opposto, mettendo al centro di ogni scelta la persona. Bisogna evitare di rincorrere le iniziative ancora aperti, facendo leva su indicatori che sono la salvaguardia della tutela della salute delle persone e della tutela dell’ambiente. Oggia abbiamo la possibilità straordinaria di rimediare agli errori commessi nel passato, un’opportunità di riscatto. Il capoluogo di regione si deve fare interprete e portavoce in seno agli organi sovracomunali, affinché i decisori siano orientati in scelte capaci di tutelare il nostri concittadini e i nostri territori. La costruzione di un modello integrato di sviluppo è la chiave di volta alla quale congiuntamente bisogna lavorare”.

Per il capogruppo della Basilicata Possibile Valerio Tramutola “la fase del 2003 è completamente diversa da ciò che accade oggi. Allora fu più facile, in questa fase invito all’attenzione, vanno evitate le rivolte di popolo per dire: qui non si può fare. Non va messa sul piano: non a casa mia, perché ci sono tante case mie in Italia, perché siamo una regione che non vanta oggi un forte peso politico. Su certi temi i consiglieri comunali hanno da presentare un posizione politica. Ben venga un tavolo tecnico, ben venga il coinvolgimento del mondo scientifico. Nel 2017, all’approvazione del Piano nazionale, fu aggiunto l’indicazione del deposito unico, cosa specifica che non ci chiedeva l’Europa. Era già in quel momento che bisognava intervenire”.
Nella replica il Sindaco ringraziando tutti gli intervenuti, ricorda “che questo Consiglio comunale non vuole essere un dire “non nel mio giardino”, tutt’altro, è la volontà di fare squadra insieme a tutti i territori, quello di Potenza è al momento meno interessato dalla vicenda di sui trattasi. Effettivamente la forza politica di altre regioni non può lasciarci tranquilli su questo tema”.

Per dichiarazione di voto il capogruppo del M5S Falconeri annuncia il voto favorevole, così come il capogruppo di Fratelli d’Italia Napoli. Voto favorevole espresso anche dalla capogruppo di ‘Insieme per Bianca’, Angela Blasi.
La delibera è approvata all’unanimità, così come la sua immediata eseguibilità, e il presidente Cannizzaro, dopo aver rinnovato i ringraziamenti per il lavoro svolto, in preparazione di questo Consiglio comunale e nel suo svolgimento, “dimostrando un grande senso di responsabilità e senso della misura e del ruolo che ciascuno riveste. Il Consiglio comunale sarà al fianco del Sindaco nel supportarla per il lavoro che seguirà il deliberato odierno”, i lavori consiliari terminano alle 18,45.