Notizie di cronaca giudiziaria, nota del capogruppo di Idea

17.03.2021 -ore 14,30: “Quando leggo le tante dichiarazioni con le quali si esprime un giudizio puramente personale e povero di qualsiasi cognizione di merito, su notizie di reato emerse dalla stampa, mi stupisco della poca cautela usata; mi stupisco di come, con tanta facilità, si possa ricorrere a parole e posizioni giustizialiste per emettere, prima del tempo, la propria verità giudiziaria. Troppo spesso infatti – spiega il capogruppo di Idea al Comune di Potenza Antonio Di Giuseppe – chi parla di giustizia lo fa senza rispettare i principi di uno stato di diritto. Ciò accade soprattutto nell’ambito del processo penale, dove vi è grande attenzione, talvolta addirittura spettacolare, alle indagini che, anziché rappresentare una mera ipotesi accusatoria, finiscono per assumere il valore di una condanna definitiva. La riservatezza e la segretezza che, continua il consigliere, dovrebbero accompagnare le fasi delle indagini infatti vengono, troppo spesso, surclassate da fughe di notizie dalle quali emergono informazioni parziali e falsate della stessa realtà processuale. Notizie con le quali si influisce direttamente o indirettamente, sul giudizio e che, inevitabilmente, incidono negativamente anche sulla vita, sul lavoro, sulla serenità di indagati che, poi risultano totalmente estranei ai reati contestati. Alimentare la cultura del sospetto come l’anticamera della verità significa ‘giocare’ con la vita delle persone; esporsi facendo pendere la bilancia da un lato, senza che ci sia un peso probatorio importante e inconfutabile, significa negare – prosegue Di Giuseppe – in modo forte, il valore costituzionale della presunzione d’innocenza. Innocenza che, il nostro legislatore, ha previsto a tutela dell’indagato in tutti e tre i gradi di giudizio e fino a pronuncia di una condanna definitiva. Non si può – conclude il capogruppo – continuare ad affrontare i temi della giustizia penale dal punto di vista della pancia della pubblica opinione; bisogna evitare di sostituirsi ai giudici e di pronunciarsi prima che lo facciano loro”.

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