Scarichi a parete

Lo scarico a parete dei fumi di combustione degli impianti di riscaldamento

Quando si usano

Sempre più spesso le installazioni di nuovi apparecchi per il riscaldamento in occasione di ristrutturazioni più o meno profonde o di cambi di destinazione d’uso delle unità immobiliari si scontrano con la assenza o la inadeguatezza dei sistemi per l’allontanamento dei gas prodotti dalla combustione.
Magazzini che diventano negozi, appartamenti riscaldati da vecchie stufe che vengono riqualificati e, sempre più spesso, caldaie atmosferiche collegate a canne fumarie multiple che vengono sostituite con moderne (e più sicure) caldaie stagne sono tutti casi che pongono il progettista e/o l’installatore nella condizione di proporre al cliente un semplice (ed economico) scarico a parete invece di iniziare un defatigante contenzioso con i condomini per ristrutturare la vecchia canna fumaria non certo adeguata alle nuove esigenze ovvero realizzare una nuova canna fumaria (quasi sempre esterna) sul paramento dell’edificio. Molte volte però tale proposta discende esclusivamente dai maggiori costi di tali interventi (se realizzati al di fuori di un intervento organico di riqualificazione condominiale) rispetto ad una soluzione di disarmante semplicità.

Quando si possono realizzare

La realtà è invece che gli scarichi a parete per gli impianti di riscaldamento sono, in linea generale, vietati dal comma 9 dell’Art. 5 del D.P.R. 412/93 (leggi sintesi dell’Art 5) il quale evidenzia le specifiche condizioni per poter derogare a tale principio.
Le emissione dei gas combusti, anche provenienti da impianti a gas, sono caratterizzate da elevati tenori di Ossido di Carbonio. Considerato che proprio durante la stagione invernale possono realizzarsi in area urbana condizioni di limitata (se non nulla) mobilità atmosferica, è concreta la possibilità di un pericoloso ristagno di questi veleni sui bassi livelli dell’atmosfera che vanno ad aggiungersi a quelli prodotti dal traffico automobilistico. Nei limiti del possibile, pertanto, si richiede l’emissione di tali fumi al tetto dell’edificio al fine di massimizzarne la diffusione in atmosfera.