“E’ con grande interesse ed apprezzamento che bisogna guardare agli sforzi che la Provincia di Potenza sta profondendo per pervenire in tempi rapidi all’approvazione del Piano Strutturale Provinciale. All’Amministrazione Provinciale va, innanzi tutto, riconosciuto il merito, – secondo l’assessore all’Urbanistica e vicesindaco di Potenza, Pietro Campagna – a distanza di circa quindici anni dall’entrata in vigore della legge regionale n. 23/1999, di provare finalmente a colmare un vuoto, ristabilendo, almeno per quel che riguarda il territorio provinciale, la logica pianificatoria prevista dalla stessa “legge urbanistica” perché si inizia finalmente a procedere alla definizione della strumentazione urbanistica seguendo l’ordine naturale delle cose, dal generale al particolare, dai piani di area vasta a quelli a valenza locale. In verità, non mi affascinano più di tanto le considerazioni sull’opportunità di approvare il Piano Strutturale Provinciale proprio nel momento in cui viene messa in forse la stessa sopravvivenza delle Province, nella semplice considerazione che il piano (oltre che ad essere previsto da una legge regionale che benché vetusta, disattesa, per larga parte anche superata è tuttora vigente e va per quanto possibile attuata) rappresenta comunque un utile, opportuno e significativo riferimento per la pianificazione strutturale di livello comunale e, per quello che ci riguarda più da vicino, per portare a definizione il piano strutturale metropolitano. Ciò in quanto, se è vero che, fintanto che si è trattato della predisposizione dei Regolamenti Urbanistici, la carenza degli strumenti di pianificazione generale previsti dalla legge urbanistica regionale innanzi richiamata non ha creato alcuna difficoltà, è altrettanto evidente che quando ci si è cimentati con i piani strutturali, come nel caso del Piano Strutturale Metropolitano per quello che ci riguarda più da vicino, si sono inevitabilmente profilati forti limiti anche per effetto di tale carenza. Sarebbe, però, un gravissimo errore, come taluni tentano di sostenere in questi giorni, voler attribuire a quello provinciale valenza assorbente rispetto al Piano Strutturale Metropolitano e ritenere, di conseguenza, esaurita l’esperienza metropolitana, perché è, invece, proprio dal Piano Strutturale Provinciale che vanno tratte le motivazioni per rilanciare con forza e convinzione il Piano Strutturale Metropolitano della Città di Potenza e dei nove comuni del suo hinterland, che nulla peraltro impedisce possano anche aumentare in una più ampia prospettiva di coesione e sviluppo territoriale. E’, infatti, assolutamente innegabile – prosegue Campagna – che il Piano Strutturale Metropolitano sia stato e rappresenti tuttora un’eccezionale intuizione politica, una grande idea che resta una pietra miliare, un esempio di come, anche a certe “latitudini”, si possa mettere insieme un territorio e provare a pianificarne lo sviluppo al di là dei più che legittimi interessi localistici e dell’orientamento politico delle Amministrazioni interessate. Esso rappresenta ancora il mirabile tentativo di aggregazione di un’area, che, sebbene sia rimasta sinora sostanzialmente emarginata rispetto a quei processi di sviluppo “border line” che pure hanno positivamente interessato il territorio regionale, proprio per effetto della sua centralità e delle sue enormi potenzialità, è pienamente legittimata a candidarsi quale naturale polo di attrazione, centro di servizi di eccellenza, ambito privilegiato di riferimento del territorio regionale e, in una prospettiva a più ampio raggio, dell’intero Mezzogiorno e, per ciò stesso, ideale snodo logistico rispetto ai corridoi europei ed alle grandi linee strategiche di sviluppo nazionali e sovranazionali. Non a caso, – aggiunge il vicesindaco – in occasione delle interlocuzioni che si sono avute con l’Amministrazione Provinciale e con i tecnici incaricati della redazione del P.S.P., è stata rilanciata con forza l’esigenza, peraltro ampiamente condivisa e recepita nel piano appena adottato, che l’area metropolitana ricevesse il riconoscimento che le compete quale nucleo centrale di riferimento anche rispetto alla macro-area all’interno della quale il piano strutturale provinciale la colloca. Purtroppo, è con grande, personale rammarico, che devo riconoscere come la definizione del Piano Strutturale Metropolitano abbia comunque subito un sostanziale rallentamento dei processi decisori indotto da alcune sfavorevoli circostanze, che provo sinteticamente a indicare:
- l’esaurimento dei finanziamenti CIPE serviti a sostenere economicamente il considerevole sforzo progettuale, con il conseguente azzeramento di tutto il gruppo di valenti professionisti e consulenti che vi aveva lavorato per anni, proprio nel momento in cui si doveva portare a sintesi l’enorme e pregevole mole di lavoro prodotta;
- la mancanza di uno specifico quadro normativo che ne potesse facilitare l’approvazione nella sua autonoma veste di piano di area vasta e non quale artificiosa sommatoria di più piani comunali;
- l’assenza di programmazione e pianificazione di livello superiore cui potersi riferire nella definizione di prospettive di sviluppo a più ampia valenza territoriale (negatività questa oggi in parte superata proprio dall’adozione del Piano Strutturale Provinciale);
- le inevitabili “perturbazioni” determinate dai continui cambiamenti della governance regionale, che si sono nel frattempo succeduti, sino all’attuale assetto che praticamente dilania l’unitarietà e la compattezza dell’area metropolitana in ben tre aree programma.
Il Piano Strutturale Metropolitano deve essere, però, considerato, a maggior ragione oggi, una priorità, un obiettivo di valenza strategica, anche e soprattutto in funzione del prossimo ciclo di programmazione europea 2014 / 2020. E, se per accelerarne l’iter procedurale, perdurando la totale mancanza di specifiche risorse finanziarie per l’assistenza tecnica, si rende necessario individuare nuove metodologie di intervento, ben venga anche la definizione di un’apposita convenzione – ex art. 30 del Testo Unico degli Enti Locali – tra i Comuni interessati, già ipotizzata dal “tavolo” dei Sindaci dell’area metropolitana nel corso dell’ultima riunione. L’importante è dare continuità all’enorme mole di lavoro sin qui sviluppata e pervenire nel più breve tempo possibile all’approvazione anche del Piano Strutturale Metropolitano, certo come sono che su tale obiettivo si possa ancora contare sulla compattezza e sulla determinazione dei Sindaci, che, tra alti e bassi, tra momenti di convinta partecipazione ed altri di giustificabile disorientamento, sono comunque rimasti tutti lì, nella piena consapevolezza di essere parte attiva di una grande idea e di un innovativo processo di sviluppo territoriale” conclude l’assessore Pietro Campagna.