Potenza (PU) su Acta in Consiglio Comunale

Relazione di Sergio Potenza in Consiglio Comunale: “ACTA S.p.A.: quali iniziative e strategie aziendali. Investimenti, livelli occupazionali, attività e servizi. I costi sostenuti per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Obiettivi per il futuro“.

Nel programma elettorale del 2009, presentato alla popolazione dalla coalizione di centrosinistra, e’ stato chiesto ed ottenuto il consenso per una “città pulita e senza inquinamento”.Al primo posto, allora, si prevedeva la trasformazione di ACTA in S.p.A. e il  conseguimento della piena autonomia dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani.Peraltro, sempre nel citato documento, ci si poneva altri obiettivi: il definitivo avvio della raccolta porta a porta, la realizzazione di isole ecologiche per elevare la percentuale di raccolta differenziata, oltre la media nazionale del 50%, e il proposito di favorire, in funzione dei risultati conseguiti, il graduale abbassamento della TARSU.Nel dicembre del 2009 abbiamo adottato la delibera consiliare di trasformazione di ACTA S.p.A., però fino a questo momento non siamo riusciti a raggiungere a pieno gli altri obiettivi.Peraltro la società non sempre ha fornito un servizio efficiente ed efficace, all’altezza di un capoluogo di regione.Nel marzo del 2012, sempre in questa Assise, abbiamo trattato con la partecipazione dei vertici regionali, provinciali e le massime autorità coinvolte nel ciclo dei rifiuti, il seguente tema: “Sistema dei rifiuti in Basilicata e nella città di Potenza: problematiche connesse alla raccolta e allo smaltimento; soluzioni, programmi e piani di attuazione per una nuova politica di tutela del territorio.”Da allora ad oggi tante cose sono cambiate in Basilicata, ma ancora non  abbiamo una gestione razionale dei rifiuti.Iniziamo col dire che nel Testo Unico sull’Ambiente alle Regioni sono riconosciute, ai sensi dell’art. 196, competenze in materia di predisposizione, adozione e aggiornamento, sentite le provincie e i comuni, dei piani regionali di gestione dei rifiuti di cui all’art. 199 (così come novellato dal D.Lgs. 205/10).Interessati novità, rispetto al sistema previgente, investono i Comuni che, ai sensi dell’art. 198, perdono l’attribuzione espressa della gestione, in via privativa, dei rifiuti assimilati agli urbani verso centri di responsabilità più ampi.La competenza dei comuni, però, continua nell’adozione dei regolamenti di gestione dei rifiuti urbani, definendo, di conseguenza, la qualità e quantità da conferire al servizio pubblico.Attualmente è ancora in vigore il piano della Regione Basilicata risalente all’anno 2001 e quello della Provincia di Potenza del 2002. Entrambi i sistemi mettono al centro dello smaltimento l’incenerimento.Dal 27 novembre 2012, data in cui la giunta regionale ha deliberato l’approvazione del documento propedeutico di indirizzo e del relativo rapporto preliminare ambientale per l’aggiornamento e l’adeguamento del piano regionale per la gestione dei rifiuti, nulla più si è saputo.Speriamo che con la nuova legislatura, la Regione Basilicata, nell’ambito del vigente quadro normativo, proceda speditamente verso un serio programma di intervento risolutivo, abbandonando definitivamente il vecchio modello del “tutto” in discarica e della gestione del rifiuto attraverso l’incenerimento.Non possiamo che puntare sulla raccolta differenziata spinta, sul riciclaggio e sulla riduzione nella produzione di rifiuti.Diversi sono gli esempi da richiamare! Due su tutti: la vicina Puglia e il Comune di Salerno.Allo stato non bisogna rallentare l’azione amministrativa sui termini più lunghi fissati dalla vigente normativa; la stessa stabilisce il termine del 2015 per la raccolta differenziata di almeno carta, metalli, plastica e vetro, o ove possibile il legno, e quello del 2020, per la preparazione, il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti.Attualmente nella Provincia di Potenza abbiamo un livello medio della raccolta differenziata molto basso (16 percento); invece nel capoluogo la percentuale è appena migliore (23,73 % certificato).Tali percentuali, purtroppo, sono ormai ferme da molto tempo. Già nel Consiglio comunale del 14.3.2012 ci veniva confermati detti dati.La Regione Basilicata, quindi, come già detto in questa stessa adunanza in passato, attraverso la legislazione deve spingere sui criteri di premialità e penalità per le amministrazioni locali.La città di Potenza, al pari di altri comuni, in questi anni si è spesso trovata  alle prese con cicliche situazioni di “emergenza rifiuti”.Negli anni passati, il capoluogo ha reso un servizio a tutta l’area del bacino circostante, consentendo ad altri comuni di sversare i propri rifiuti nella  discarica di Montegrosso-Pallareta, ormai da tempo chiusa per raggiunti limiti.Se il capoluogo avesse agito con egoismo, oggi, certamente, avrebbe ancora la possibilità di portare parte dei rifiuti nella propria discarica con notevole risparmio economico.Invece siamo arrivati a dover sostenere costi stratosferici di smaltimento a tonnellata ( a memoria euro 220,00 oltre IVA), anche perché manca una tariffa unica regionale per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.Secondo quanto riferitoci dagli addetti del settore, troppo spesso il costo di smaltimento varia in aumento a seconda del luogo della discarica.Tali costi, in uno alla raccolta, sono quelli destinati ad incidere sulle tasche dei cittadini attraverso la TARES o TARSU, qualunque esso sia oggi il nome.L’art. 14 del dl 201/2011, che ben conosciamo, impone all’amministrazione l’integrale copertura dei costi del servizio attraverso il sistema impositivo.Ebbene è in detto contesto che  si inserisce l’ACTA S.p.A..Attualmente il capitale è totalmente pubblico nelle mani del Comune di Potenza.La società ormai svolge da anni l’attività di gestione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani esclusivamente in favore del socio unico, il Comune di Potenza.L’azienda, secondo quanto comunicatoci dagli organi dirigenziali dell’amministrazione e della società, dispone dei mezzi tecnico-amministrativi, operativi ed organizzativi per la gestione del servizio ed è munita delle attestazioni e iscrizioni previste dalla legge. Dispone, inoltre, del personale tecnico e amministrativo opportunamente formato ed addestrato, nonché di tutte le attrezzature necessarie all’espletamento del servizio oggetto del contratto in essere con il Comune. Dunque, allo stato, è dotata delle risorse materiali e strumentali necessarie.Ci risulta che gli addetti in servizio sarebbero 131, così suddivisi: 84 unità impegnate sui lavori esterni tra autisti, raccoglitori e addetti allo spazzamento;  42 unità impegnate all’interno della struttura con funzioni tecniche ed amministrative; 5 unità ferme per motivi diversi (persone comandate all’esterno dell’azienda).Attendiamo conferme di detti dati.Nei prossimi mesi, poi, nella nostra città si dovrebbe superare il tipo di raccolta “a cassonetto stradale” passando a quello cd. “porta a porta”, che dovrebbe consentire il raggiungimento di un migliore livello di differenziazione dei rifiuti. A dire dei succitati organi dirigenziali, però si potrebbe generare una fase di chiara incertezza sui costi del servizio, almeno per quanto riguarda la fase dello start up.Il progetto CONAI per la raccolta differenziata nella città di Potenza è molto ambizioso. A memoria l’impegno di spesa previsto era di 10 milioni di euro, mettendo all’interno dei costi anche il ricavo dalla vendita dei materiali raccolti. Il progetto in esame prevedeva l’impiego di 83 unità per il recupero del materiale presso le famiglie o i condomini.Allora, se oggi presso ACTA S.p.A. ci sono 84 unità impiegate per l’attività di raccolta e spazzamento, come se ne potrebbero impiegare 83 solo per la raccolta? E lo spazzamento chi lo svolgerebbe?Quindi, delle due l’una: o sarà necessario assumere nuove unità oppure il servizio non potrà essere eseguito correttamente.Attualmente è in itinere il deliberato del Consiglio comunale con il quale si intende affidare il servizio di igiene urbana alla partecipata ACTA SpA, per un periodo di 6 anni ed un importo base di € 9.900.000,00 annui.Senza entrare nel merito del contratto, sul quale pure ci sarebbe da discutere, la società, a fronte dell’importo in questione, dovrebbe assicurare, oltre il servizio di raccolta e spazzamento della città di Potenza, anche attività aggiuntive. Per citarne alcune: la derattizzazione, la disinfestazione e la sistemazione del verde.  Ma anche qui sorge spontanea la domanda: ci sono le unità lavorative sufficienti per tutti i servizi aggiuntivi previsti negli accordi?Neppure è trascurabile il dato – fonte U.D. Ambiente, Parchi e Energia del Comune di Potenza –  secondo cui il valore del costo medio procapite di gestione dei servizi di igiene urbana per il Comune di Potenza è inferiore ai valori del costo medio nazionale procapite. Stranamente, però, il costo dell’imposizione locale risulta nettamente superiore ad altre città del Paese.Sarebbe interessante ascoltare pubblicamente l’U.D. Ambiente, Parchi e Energia del Comune di Potenza per conoscere meglio anche le valutazioni sull’ACTA S.p.A. e le ragioni di talune scelte.Riguardo al costo del conferimento in discarica del percolato, trattasi, quindi, di una voce autonoma e aggiuntiva al costo oggetto del contratto. Costo che, come abbiamo visto, varia da discarica a discarica. Allora, siamo nelle condizioni oggi di dichiarare, e questo lo chiediamo al C.d.a. di ACTA S.p.A., se il costo complessivo di 15,4 mln euro, che la cittadinanza sostiene, non subirà ulteriori incrementi? Perché, nel 2013 abbiamo già previsto una crescita di 776mila euro rispetto al precedente 2012; somme che incidono sull’imposizione tributaria nei confronti dei cittadini.Ma tornando per un attimo al citato deliberato, che è stato già licenziato dalla commissione consiliare permanente competente per materia, giova evidenziare che, tuttavia,  il Collegio dei Revisori dei Conti del Comune di Potenza ha evidenziato delle criticità. Quest’ultimo ha ritenuto che in via preventiva necessiti un’indagine conoscitiva di mercato, al fine di verificare ed acquisire manifestazioni di interesse da parte di operatori economici del settore, nonché una particolare attenzione sull’ACTA SpA, perché i previsti investimenti potrebbero alterare gli equilibri di bilancio dell’ente, trattandosi di socio unico.Eventuali problemi dell’ACTA SpA, quindi, avrebbero, direttamente o indirettamente, effetti di non poco conto sulla città di Potenza.Allora, se si vuol veramente fare dell’ACTA S.p.A. un soggetto pubblico in grado di offrire un servizio competitivo, bisognerà svolgere ragionamenti diversi. Innanzitutto occorrerà lavorare in termini di “capacità di risparmio” e poi, di concerto con gli altri enti, la si dovrà far diventare una società non legata al solo territorio comunale.Quanto alla questione “inceneritore”, con la creazione delle vasche di preselezione dei rifiuti urbani, possiamo dire che finalmente si è trovata una giustificazione alla sua esistenza. Però, anche qui, non dobbiamo dimenticare i milioni spesi, i mutui per gli adeguamenti (circa un mln di euro per un mutuo del 2012), i costi per la manutenzione ordinaria e straordinaria e quelli per l’adeguamento delle attuali vasche della prevista  stazione di trasferenza. Tali costi li ha sostenuti l’amministrazione, ma quelli per il futuro della stazione di trasferenza chi li sosterrà? E anche qui, il personale da impiegare di quante unità sarà composto? I macchinari per la vagliatura chi li pagherà? Insomma tanti e diversi gli interrogativi ai quali si chiede una risposta.Secondo le dichiarazioni del direttore di ACTA S.p.A., apparse sulla stampa locale,  sarebbe in corso il trasferimento della sede aziendale della società verso una nuova location acquistata nella zona industriale della città. Ci chiediamo quali saranno i costi dell’operazione e i tempi di attuazione, ma anche le fonti di finanziamento.Come pure ci interessa conoscere l’attuale dotazione e lo stato dei mezzi.Avviandomi alla conclusione, nel pieno rispetto dei presupposti di base comunitari sul libero mercato e la concorrenza, nel settore della gestione dei rifiuti non possiamo trascurare quell’interesse pubblico ad una gestione efficiente e sana del servizio stesso.Come già detto in passato, forse sarebbe il caso di pensare ad un ciclo interamente pubblico senza però trascurare la razionalizzazione dei costi.Ribadiamo che attraverso un nuovo approccio di politica ambientale, la gestione dei rifiuti debba essere eseguita guardando all’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti non pericolosi; alla riduzione della movimentazione dei rifiuti all’interno dell’ambito territoriale di riferimento (l’ACTA riferisce che la città di Potenza ha un costo chilometrico di oltre € 25,00 a tonnellata); alla ripartizione delle responsabilità tra i soggetti coinvolti e all’applicazione di un regime tariffario unico per lo smaltimento.Si chiede all’ACTA S.p.A., quale soggetto operante nel settore, sulla scorta di quanto sin qui evidenziato, quali strategie e obiettivi si pone per il futuro?Infine, per ovvie ragioni di contenimento dei tempi, crediamo di aver dato degli spunti al dibattito sulla società di nostra emenazione.Ai Signori dell’esecutivo diciamo: queste sono solo alcune delle ragioni che ci hanno portato a richiedere questo Consiglio comunale prima di procedere alla trattazione della deliberazione ammannitaci in gran fretta il 31.12 us.