Piazza Matteotti (già Del Sedile)

“Comprende il rettangolo formato dal palazzo municipale al lato superiore, dal tempietto di San Gerardo al lato inferiore; dalla ex chiesa di San Nicola, Palazzo Viggiano, case Grippo Pasquale, Vita e Valentini al lato sinistro, e le case Martorano Giulio, Brancucci Filippo, Di Masi Francesco e Martorano Gerardo al lato destro”.

Piazza Matteotti è conosciuta anche come Piazza del Sedile o Piazza del Seggio. Tale toponimo trova la motivazione nell’ubicazione della piazza davanti alla sede del Seggio, o casa del Seggio (attuale sede municipale).

Qui si svolgevano le assemblee per le elezioni dei rappresentanti della città, s’installavano dei sedili su cui prendevano posto i Reggimentari (l’equivalente degli attuali consiglieri comunali, secondo il sistema medievale).

Dunque, l’antica denominazione di Piazza del Sedile deve le sue origini storiche al fatto che lì sorgeva il luogo dove si riuniva l’aristocrazia locale per eleggere i propri rappresentanti e prendere le decisioni per l’indirizzo politico della comunità.

In fondo, spicca il Palazzo del Comune, la cui prima costruzione risale all’epoca angioina. Il palazzo del Seggio “era costituito da una vasta sala a pianterreno, con un grande arco scoperto, a guisa di portico”.

Fino all’apertura di piazza Prefettura, il largo del Sedile fu la piazza per antonomasia, l’unico “slargo tra i vicoli” del centro storico. Uno spazio che si identifica in tutto in parte con l’area dell’antico foro, e ha conservato per secoli nella struttura un caratteristico aspetto commerciale, contraddistinto da poche abitazioni e molte botteghe, taverne, beccherie per la quotidiana vendita al dettaglio di prodotti alimentari portati dai contadini delle campagne circostanti.

Il mercato alimentare che si teneva in piazza fu approvato anche da un regio decreto del 1810.

L’importanza della piazza crebbe nel tempo: la stessa, infatti, divenne sede delle attività amministrative e delle ufficialità cittadine con la costruzione del Sedile municipale sul fronte settentrionale.

Quest’edificio, sebbene trasformato e sopraelevato in seguito al terremoto del 1826, presentava originariamente il tipico impianto dotato di una loggia prospiciente la piazza e di una sala retrostante.

Accanto alla sala del Seggio vi erano le carceri cittadine, che furono utilizzate fino alla costruzione del nuovo Carcere di Santa Croce, avvenuta tra il 1820 e il 1830.

Dal catasto ottocentesco si ricava un elenco degli edifici prospicienti sullo slargo nel XIX secolo: il “palazzetto” comunale, la cappella della Madonna del Carmine sulla strada che porta a Palazzo Loffredo e, dall’altro lato, sulla strada di San Nicola, la cappella della Confraternita del Monte dei Morti (prima Chiesa di San Nicola), varie botteghe di proprietà ecclesiastica e altre di privati cittadini.

Fino agli anni venti del Novecento, infatti, a fianco del Municipio non esisteva la Casa del Fascio, né la Banca d’Italia. Al posto della prima c’era la Chiesa di San Nicola, sconsacrata e adibita ad accogliere le rappresentazioni teatrali, in assenza di un vero e proprio teatro.

La denominazione di Piazza del Sedile resta invariata per secoli e viene estesa anche alla parte inferiore della piazza sistemata poco prima del 1860, che va fino al muraglione della nuova via meridionale.

Dalla metà dell’Ottocento, infatti, si indicava come Piazza del Sedile soltanto la parte superiore dello slargo, mentre la parte a valle era denominata “spiazzo del Muraglione”.

Solo verso il 1854 fu aperta la via del Muraglione, che da Piazza Sedile si estende fino a piazza XVII Agosto e che dopo l’unità d’Italia fu intitolata a Vittorio Emanuele (in seguito divenne corso XVIII Agosto 1860).

Il tratto di strada sopra il muraglione, vicino al tempietto di San Gerardo, è il punto in cui sovrastavano le carrozze, quando queste erano l’unico mezzo di locomozione.

Il muraglione era una sorta di belvedere e di ritrovo per i cittadini perché, rispetto ad oggi, aveva uno spigolo sporgente su via del Popolo munito di lunga e comoda seduta.

Nel 1940 il Consiglio Comunale, interprete dell’unanime sentimento della cittadinanza per l’immatura morte del Maresciallo Italo Balbo, gli intitolò la piazza, che più tardi divenne Piazza del Fascio, per tornare ad essere nel 1943 Piazza del Sedile, come il popolo non aveva mai smesso di chiamarla.

Nel 1944, infine, le sezioni socialiste e comuniste del capoluogo chiesero di intitolare la Piazza a Giacomo Matteotti, il grande martire della libertà, rapito e assassinato da una squadra fascista, e ne ottennero l’intitolazione dal Prefetto, a condizione che il vecchio toponimo restasse come sottotitolo.

 

Testo a cura dei volontari  del progetto di Servizio Civile “………… c’è TURISMO e CULTURA a POTENZA”

Fonti:

BUCCARO A. (a cura di), Le città nella storia d’Italia. Potenza, 1997.

Stradario, Potenza, 1901.