Palazzo Bonifacio

Il palazzo Bonifacio è una residenza nobiliare, sita nella città di Potenza, in piazza Beato Bonaventura, ossia nei pressi di via Pretoria, che costituisce la strada principale del centro storico cittadino.

L’antica famiglia de Iorio, risalente ai Baroni di Civitavecchia, è ricordata per i fratelli Carlo e Diego, vissuti tra ‘600 e ‘700: il primo era uno scrittore di diritto e un magistrato, il secondo dottore di medicina e scrittore. A metà dell’Ottocento, Don Pasquale Iorio sposò una Amati, erede dell’antica famiglia d’Amato, presente a Potenza già nel ‘500. La famiglia d’Amato era in possesso di grandi appezzamenti terrieri del Capitolo di San Michele e da tale unione matrimoniale e patrimoniale derivò il nome iniziale del fabbricato: Palazzo Iorio.

Anche un’altra famiglia è legata alla storia di questo palazzo: gli Amati Cantorio di Ferrandina che sono rappresentati a metà ‘800 da don Nicola, uno dei più ricchi proprietari di terre nel Materano e di un notevole palazzo al centro di Ferrandina; di queste due famiglie (Amati-Iorio di Potenza e Amati Cantorio di Ferrandina) resta anche una traccia nella sigla ‘IAC’ individuata in un mobile nelle soffitte del palazzo di Potenza. Questo giustifica il secondo nome attribuito al palazzo: Palazzo Amati Iorio.

Il fabbricato, passato per eredità da Matteo Amati al figlio don Luigi sposato con Marietta Benchi, venne ceduto, agli inizi del 900, all’avvocato Michele Bonifacio da Genzano di Lucania che, in quegli anni, era Presidente della Deputazione Provinciale di Potenza, dal cui nome di famiglia viene la denominazione odierna del fabbricato.

Il palazzo è stato costruito verosimilmente tra la fine del ‘600 e i primi decenni del ‘700: l’unico elemento in grado di definirne la data di costruzione è la decorazione costituita da piccole piastrelle apposte sotto il tetto, di cui una reca la data dell’anno 1731.

Come la maggior parte dei palazzi seicenteschi esso presenta una struttura imponente e severa, con poche aperture fra le mura. Internamente è conservato un piccolo cortile. Quest’ultimo è internamente lastricato e presenta ancora parte degli arredi originali. Fra questi si trovano tre anelli per legare gli animali, di cui uno infisso in un mascherone di pietra.

L’edificio presenta un possente cornicione, che poggia su mensole in pietra, con un frontone in pietra e mattoni. Anche il massiccio portale è in pietra. Altri due portali più piccoli consentivano l’ingresso ai locali di servizio. Come si evince da molte sue caratteristiche architettoniche la funzione dell’edificio era quella di palazzo fortino. Questa teoria è accreditata dalla presenza di quattro feritoie archibugiere di circa trenta centimetri.

Il palazzo, per quasi tre secoli, rimane nascosto in uno stretto della Strada Pretoria; dopo aver resistito ai vari terremoti, viene messo parzialmente in mostra, almeno per quanto riguarda il lato prospettico. Tra il 1918 e il 1919, il proprietario Bonifacio vi apporta alcune opere di manutenzione: i lavori interessano la pavimentazione, ealizzata con disegni floreali a mosaico, nonché l’apertura di due lucernari e uno dei primi impianti di riscaldamento dell’edilizia potentina, con la caldaia a carbone posta al primo piano e i termosifoni con elementi in ghisa, decorati sempre con motivi floreali.

Nel 1975 vengono apportate ulteriori modifiche: in seguito ai danni all’edificio provocati dall’abbattimento di costruzioni adiacenti per la realizzazione di un’area adibita a mercato su via Bonavenuta, sono rifatti gli intonaci e la copertura del tetto. Il palazzo è restaurato definitivamente nel 1988 e il Ministro per i Beni Culturali ed Ambientali sancisce che il Palazzo Bonifacio è dichiarato di interesse particolarmente importante ai sensi della Legge 1º giugno 1939 ed è, quindi, sottoposto a vincolo monumentale. Oggi questo edificio rimane uno dei pochi ricordi del passato urbanisitico della città.

Testo a cura dei volontari del progetto di Servizio Civile “………… c’è TURISMO e CULTURA a POTENZA”